Magick - La Magia secondo Aleister Crowley
4. Dell'equilibrio
Scopo di ogni cerimonia magica è quella di
unire il Microcosmo con il Macrocosmo.
Essi devono essere posti in perfetto
equilibrio, in modo da far coincidere le due immagini. Tale equilibrio viene
affermato dal Mago nel disporre il Tempio in modo perfettamente simmetrico: se
a nord vi è qualcosa, dovrà esserci qualcosa anche a sud. Per questo motivo
tutti gli strumenti posti nel Tempio sono perfettamente proporzionati l’uno con
l’altro,
Anche lo stesso Mago deve essere
bilanciato: se tiene uno strumento con una mano, nell’altra deve avere un altro
strumento. Anche ogni movimento deve essere bilanciato: un passo, anche breve,
a sinistra, comporta un passo a destra.
L’immagine che così si crea è la
correzione di un’idea sottintendo la contraddizione in essa contenuta.
Il pensiero del Mago, quindi, deve essere
sempre sottoposto a questo processo/smembramento: dapprima distrutto,
dall’analisi ne esce equilibrato. L’idea non equilibrata è a rischio di
duplicità, ingannevolezza e deviazione: ogni verità è relativa.
II
Tutto ciò che viene usato dal Mago deve
essere vergine, ovvero immacolato dal tocco di ogni altro: è il Mago l’unico
che abbia mai usato lo strumento.
Pensate al bastone: per tagliarlo bisogna
usare un coltello, per usare il coltello bisogna saperlo costruire…
L’insegnamento di questo consiglio (che quindi trascende il dogma) è far
imparare al Mago che egli agisce all’interno di un ambiente e che, quindi, si
ha bisogno dell’aiuto degli altri. E vi è anche un altro insegnamento:
qualsiasi risultato, anche la semplice creazione di un bastone, viene raggiunto
solo con fatica, senza facilitazioni.
Se, infatti, il Mago segue l’insegnamento
e costruisce da sé la sua spada, questa creazione gli donerà insegnamenti su
cose che ignorava.
Il Mago, quindi, non si fa servire, bensì
si rimbocca le maniche in funzione del risultato.
Un altro insegnamento è che ogni gesto del
Mago deve essere singolo: quando si taglia il legno per il bastone il colpo
deve essere secco e unico.
L’insegnamento è che abbracciare la Magia
significa rinunciare ai compromessi e procedere con decisione nella propria
strada.
Altro consiglio: non mercanteggiare con
ciò che ti serve per il compimento dell’opera: qualsiasi sia il valore che lasci,
ciò a cui è destinato lo scopo della tua compera ha un valore
incommensurabilmente più alto: il più infimo degli strumenti del Mago ha un
valore maggiore di tutto il resto dei suoi averi,
Inoltre il non mercanteggiare, il seguire
l’obiettivo ad ogni costo con decisione, porterà il cosmo ad agire al favore
del mago: la completa dedizione all’opera solleverà il Mago anche dalle estreme
difficoltà per sollevarlo dalla miseria.
È un darsi interamente al cosmo che
favorisce la sorte di chi è capace di compiere sacrifici senza aver dubbi.
III
L’invocazione
di un dio, elevarsi a tale divinità, richiede un triplice processo:
- Purificazione
- Consacrazione
- Iniziazione
Quindi non è unicamente il Mago a sottoporsi a questo
processo, ma anche i suoi strumenti. Riferendoci a quanto sopra, come il Mago
si purifica prima dell’invocazione, allo stesso tempo userà una Coppa il cui
metallo non è mai stato usato per altri scopi.
Quindi è come
se ogni strumento del Mago venisse purificato, consacrato e quindi immesso in
un processo d’iniziazione, di pari passo con la via che lo stesso Mago
percorre.¨
Avendo gli strumenti
una finalità tanto importante, il Mago se ne prende la massima cura e dona loro
il rispetto dovuto a un fido compagno di viaggio.
Ed è quindi con
cura, con cognizione di causa che egli si appresterà al loro uso e, con la
stessa concentrazione, li metterà in atto.
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