mercoledì 18 luglio 2012

Nicole Minetti: Da privilegita a vittima?

Nicole Minetti
Fonte: http://www.direttanews.it/
Minetti è la "privilegiata" più famosa d'Italia.
Anche a voler essere garantisti ad oltranza, al popolo italiano è sempre sembrato strano che la (a quanto pare apparente) igienista dentale di Silvio Berlusconi abbia ottenuto una poltrona nel consiglio regionale della Lombardia.
D'altronde, siamo sinceri, non è la prima volta che succede che vi siano "promozioni" per motivi personali nell'amministrazione pubblica e, si potrebbe pensare, sembra quasi che il popolo italiano ci abbia fatto il callo...
Fortunamente non è proprio così.
Infatti, in questi giorni, la frittata è stata voltata e si è andati, forse, ad esegerare:
È scattata la caccia alla Minetti!
O meglio, la cacciata della Minetti.
Perché? Perché ora?
Appare chiaro che voglia essere un tentativo di far dimenticare, come se cacciandola da una poltrona si cancelli il fatto che qualcuno ce l'ha messa. Ma su questo argomento ci torneremo dopo...

Nicole Minetti, quindi, passa dallo status di privilegiata a quello di capro espiatorio.
Ed è chiaro che, possedendo un minimo di senso civico, non si possa che sorridere per questo cambiamento.
Tuttavia fa riflettere quanto accaduto. La Minetti può essere eletta a simbolo di una visione maschilista del potere: La bella ragazza che ottiene potere, ma che, al primo segno di guai, viene messa in ombra, cacciata a forza dalle luci della ribalta.

La sua storia, personalmente, mi ricorda quanto da sempre accade nelle società patriarcali (e, putroppo, in molte società democtratiche): una donna viene eletta al rango di favorita, viene mostrata al pubblico con fierezza... ma anche per tenerla buona, per gratificarla.
Poi, quando per convenienza o, semplicemente, quando ci si è stancati, la si crocifigge pubblicamente, additandola come pariah. Di colpo tutti i priveligi sono revocati e, anzi, si invita a ignorarla completamente.
La donna, quindi, usata come oggetto, come accessorio da mostrare ma che si può, volendo, nascondere facilmente
Ripeto: questa è una mia associazione personale, al momento non vi è nulla che comprovi questa mia tesi.

Quello che, personalmente, mi irrita e che, sinceramente, mi fa provare solidità verso questa persona, è il fatto che sia divenuto capro espiatorio per tutte le colpe.
Come se cacciare lei da un incarico pubblico possa mettere a posto tutta la marea di privilegi che, putroppo, continua a garantire la vasta malapolitica italiana.
Non è così, sia detto in modo chiaro.
Non è togliendo la Minetti dal consiglio regionale della Lombardia che la gente improvvisamente dimentichi le indagini in corso, che dimentichi che questa bellissima conoscente del presidente di un partito politico sia stata candidata in un listino bloccato.
Sembra quasi che si voglia mettere la strega al rogo, per bruciare i propri peccati e mostrarsi lindi al proprio elettorato.
E invece cosa dovrebbe accadere?
Che si penalizzi questo modo di pensare, che si mostri, al momento del voto, che non si condivide, in qualità di cittadini, la scelta di usare un capro espiatorio per redimersi.

Ancora una volta abbiamo la fiaba della bella priveligiata che si tramuta in un finale infelice.
Sta a noi, noi che votiamo, noi che non dimentichiamo, dimostrare che non vogliamo che una storia personale (perché, spero sia chiaro, qui stiamo parlando di una storia personale) influisca su un qualsiasi organo direttivo della nostra nazione.

E non bisogna, a mio avviso, difendere Nicole Minetti relegandola al ruolo di vittima. Se tale è, allora era consenziente, ben conscia dei rischi dei correva e che, alla fine, sta pagando.
Piuttosto si rifletta sul fatto che un paese in crisi è più sveglio, si accorga che non si possono chiedere sacrifici quando vi è un'intera classe di persone che, invece, vive nel privilegio.

Il privelegio va guadagnato costantemente sul campo, non va dato gratuitamente, ma, nemmeno, dovrebbe essere revocato per tentare di pulirsi agli occhi del pubblico.


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