venerdì 13 luglio 2012

Rodi ai tempi della crisi

Son due giorni che sono tornato da Rodi.
A chi mi chiede com'è andata, rispondo farfugliando.
Sì, è stato bello, sono rimasto colpito dalle spiagge e dai monumenti... ma non è solo questo.
Perché quello che pìù mi è rimasto impresso è stata l'assenza di turismo.

Abbiamo parlato con gente del posto (albergatori, ristoratori, propietari di negozi) e, dopo un po', la risposta è sempre la medesima:
Siamo in alta stagione e non ci sono turisti.
E uno ha aggiunto: "se continuiamo così ora, che siamo in alta stagione, l'anno prossimo..."
Non ha aggiunto altro.

Queste frasi ci hanno accompagnato per i nostri viaggi, ci hanno portato (ancora di più) a cercare i piccoli negozi, a non passare per agenzie.
Così, andando in giro in cerca di spiaggie, siamo capitati in una delle poche spiaggie che non erano indicati sui cartelli stradali (e nemmeno sulle mappe). Incuriosti ci siamo fermati e abbiamo cercato "l'omino dei lettini", quelli che nolleggiano ombrelli e lettino. Non trovando nessuno, ci siamo recati al bar per avere informazioni.
Ci è toccato fare la fila, c'era parecchia gente, che continuava a prendere da bere. Alla fine chiediamo al cameriere, il quale, indiffaratissimo ci dice: "Qui è un all-inclusive, ma voi prendete un lettino e passate a prendere da bere."
Come a dire "la sistemiamo così".
Erano le 4 passate, eravamo in giro dalla mattina e ci siamo fermati.
Abbiamo preso posto, siamo tornati al bar. Il barista di prima ci ha fatto pagare una miseria per il bere e s'è intastacato i soldi.
Quindi siamo tornati alla spiaggia: uno delle spiaggie più belle che abbiamo visto, con il mare a temperatura ideale per il bagno (cosa, a mio avviso, non troppo comune).
Tutti gli ombrelloni erano occupati.
Capite? Mentre nelle altre spiaggie c'erano sempre posti vuoti (alta stagione per Rodi, ricordiamolo) qua era tutto pieno, tutti con i loro bracialetti. Guardando sopra la strada abbiamo visto la piscina dell'hotel, anche quella gremita.
La mia compagna mi ha fatto notare che aveva letto da qualche parte che gli abitanti di Rodi si lamentano di questi all-inclusive, in quanto tolgono il turista dalle locande, dalle spiaggie, facendo in modo che i soldi passino da una multinazionale invece di chi in quell'isola ci vive da una vita (e che campa coi soldi della stagione passata per tutto l'anno).

Perché manca gente a Rodi?
E perché l'all-inclusive non conosce crisi?
Cambio di mentalità?
Sbagliano quelli dell'all-inclusive ad andare in questi hotel?
A mio avviso non è colpa degli all-inclusive se manca gente sulle spiagge. I vacanzieri, a mio avviso, si dividono in categorie, tra cui ci sono quelli che vogliono tutto pronto e non gliene frega niente di giriare. Non sono da demonizzare, sono fatti così. E persone del genere non andrebbero in giro per le locande sperdute dell'isola. Certo, i piccoli centri sarebbero favoriti da questo genere di persone, ma, sinceramente, non credo che cambierebbe molto: se non ci fossero gli all-inclusive a Rodi andrebbero a Sharm, e i soldi non arriverebbero lo stesso.

Quello che, secondo me, tiene lontana la gente da Rodi è la paura della crisi.
La paura che con la Grecia a rischio, credono che anche le zone turistiche ne risentano. Invece non è così. Anzi, proprio in questi momenti il turismo diviene una risorsa. Magari non a livello nazionale (o forse in modo molto minore), ma a livello locale fa una differenza immensa.

È come se fossimo tutti così spaventati da questa crisi (e di certo ne abbiamo motivo) che scappiamo dai luoghi che sono a rischio.
Non c'importa che Rodi sia bellissima sotto molti punti di vista, sia di tipo culturale che prettamente turistico: La Grecia è in crisi e quindi non funziona più nulla.
Possibile che, tolti tutti i discorsi altruistici, a nessuno viene in mente che, in sitiuazioni come queste, i prezzi in quei luoghi sono molto minori? Che quindi è nell'interesse stesso del turista andarci, perché così si può permettere di più spendendo di meno?

Il fantasma della crisi, quindi, spaventa tutti, facendoci temere il contatto con la povertà, anche solo per una settimana. E, come in un circolo vizioso, mettiamo soldi in posti che stanno bene, lasciando alla deriva chi, invece, ha davvero bisogno.
Al solito siamo bravissimi a costruire spaventapasseri da soli per spaventare noi stessi.


Mauro Biancaniello

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