Fortunatamente, però, si trovano anche romanzi che riescono a fare breccia nella mia attenzione: che sia il (giustamente) blasonato "Il bambino con il pigiama a righe) o il meno conosciuto "In fondo alla palude", ci sono dei libri che, per uno o l'altro motivo, mi spingono ad arrivare alla fine.
"L'aiuto" è una via di mezzo. A tratti banalmente sentimentale, misto a un sentori di déjà vu, è un libro scritto tremendamente bene, un libro che da un immagine nitida, per quanto romanzata, del Mississippi degli anni '60.
La sua forza, sicuramente, sta sicuramente nel fatto che è un libro narrato da 3 voci femminili.
Certo, ci sono personaggi già visti (la domestica ribelle e quella accondiscendente, la ragazza bianca che instaura rapporti veri con chi è di colore) e anche se la trama non è rivoluzionaria, Kathryn Stockett riesce perfettamente a creare personaggi che siano tridimensionali, ad inserirli in contesti realistici eppure appassionanti.
Un buon libro estivo, che io mi sono gustato in parte in spiaggia, che, ad ogni modo, conquista in poche pagine la simpatia del lettore.
Forse non un capolavoro nel suo sottogenere, ma, se preso senza troppe aspettative, un romanzo contemporaneo capace di commuovere e, soprattutto, mostrare in modo netto quello che, ci auguriamo, sia storia che resterà nel passato.Mauro Biancaniello
Stiamo parlando di "L’aiuto" di Kathryn Stockett
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