mercoledì 19 ottobre 2011

L'origine dell'universo

La mitologia greca secondo J.P. Vernant

2. L'origine dell'universo

In principio, quando non vi era nulla nell’universo, vi era Voragine, Chaos: Era un vuoto oscuro, dove nulla poteva essere distinto, un precipizio senza fine, la confusione. Dal seno stesso di Chaos sorse la Terra, Gaia. Essa è il contrario di Voragine: ha una forma precisa, distinta. Gaia è il pavimento del mondo su cui dèi, uomini e animali camminano con sicurezza.

I) Nel profondo della Terra: Voragine

Il mondo ha quindi una superficie: da un lato si spinge verso l’alto in forma di montagna, dall’altro sprofonda in basso in sottosuolo tanto infinito che, in un certo senso, ciò che si trova alle radici di Gaia è sempre l’abisso, Chaos. La terra quindi si ricongiunge nelle profondità con il suo aspetto caotico originale e queste profondità sono la Terra nera, con a lato le profondità e dall’altro le montagne con cui Gaia si proietta verso il cielo, sempre piene di luce.
Gaia è quindi la base di questa dimore che è il cosmo, ma ha anche funzione di genitrice di ogni cosa (madre universale), fatta eccezione per alcune creazioni di Chaos.
Dopo Caos e Gaia appare quindi Eros (un Eros diverso da quello che apparirà più tardi). Eros esprime un’energia dell’universo, è l’amore primordiale. Primordiale perché in quei tempi ancora non vi è un maschile o un femminile; questo Eros, quindi, è diverso dall’Eros che apparirà più tardi. Con la venuta di Eros, il problema sarà far accoppiare i sessi opposti: Chaos è neutro, Gaia e femmina.
Come Gaia era scaturita da Caos (nascita senza unione), così essa scaturisce dapprima Ouranos, il Cielo e poi Pontos, l’acqua, il Flutto marino. Vengono partoriti come una liberazione di Gaia di quello che dimorava nel suo interno. Ed è quindi chiaro che Ouranos-Urano è una replica di Gaia, il suo doppio e anche contrario. Allora Urano si stende su Gaia e terra e cielo costituiscono due piani sovrapposti dell’universo, un pavimento e una volta, che si coprono a vicenda e completamente. Anche Pontos-Ponto è il contrario di Gaia: mentre Gaia è solida, Pontos è liquidità informe. In superficie è luminoso, ma nell’abisso è oscuro che ricollega anch’esso alla sua parte caotica. Ponto si insinua all’interno di Gaia e la delimita sotto forma di vaste distese liquide.

II) La castrazione di Urano

Ecco dunque Urano, partorito da Gaia e a lei corrispondente in ogni sua parte. Egli è coricato e pesa su di lei, il cielo ricopre completamente la terra. Una volta presente Urano (maschile) Eros inizia a giocare un ruolo diverso, non si tratta più di produrre ciò che si ha in se stessi, ma dalla congiunzione di due forze che nascono da esseri diversi.
Urano non smette mai di fecondare Gaia perché Urano non conosce altra attività che quella, anche in forza dello stato di congiunzione in cui si trovano entrambi. Gaia dunque è feconda e produce degli esseri che da lei non possono uscire dal suo grembo perché non c’è spazio, visto che il Cielo non si alza mai dalla Terra, non esiste quindi ancora la luce sulla Terra, perché Urano, coprendo Gaia, la copre dalla luce. Questi esseri non possono assumere forma propria o diventare essere individuali perché ricacciati nel grembo di Gaia. La prole di Urano e Gaia non sono come i loro genitori, ovvero forze naturali, bensì sono i primi dèi individualizzati. Essi sono:
• 12 Titani (6 maschi e 6 femmine), :
Okeanos, Oceano, il primogenito, la cintura d’acqua che circonda l’universo e che gira su stesso in circuito chiuso, quindi in lui l’inizio e la fine coincidono.
Cronos, Crono, il più giovane, detto anche Crono dai pensieri scaltri
• I Ciclopi: prima di due triadi di esseri mostruosi:
sono Bronte, Sterpe e Arge, personaggi assai potenti con un solo occhio in mezzo alla fronte; i loro nomi indicano che si dedicano alla metallurgia del rombo del tuono e del fulgore del lampo (saranno loro a fabbricare il fulmine di cui faranno dono a Zeus).
Rappresentano il fulgore della vista, con un solo occhio ma fulminante (occhio magico).
• Gli Ecatonchiri: seconda triade:
sono Cotto, Briareo, Gie, con cinquanta teste e centro braccia, ogni arto dotato di una forza straordinaria.
Essi sono la forza fisica delle braccia, la potenza di una mano di vincere ogni creatura.

Gaia non vuole più tenere in grembo i propri figli che, rimasti nel suo grembo, la comprimono e la soffocano. Si rivolge quindi ai suoi figli, in particolare ai Titani, spiegando come il loro padre gli oltraggia contribuendo a quella situazione con la sua voglia e che quindi bisogna ribellarsi ad esso. I Titani tremano a questo pensiero, perché il loro padre appare troppo grande e difficile da vincere. Solo Crono accetta di ribellarsi e Gaia concepisce così un piano per la rivalsa. Fabbrica al proprio interno un falcetto, harpe, di acciaio, lo da a Crono, il quale resta in agguato nel ventre di Gaia proprio dove Urano si unisce con lei. Non appena Urano fa per entrare in Gaia, Crono gli afferra i genitali con la sinistra tenendoli stretti, 4 dei suoi fratelli (Coio, Iperone, Giapeto e Criso), erti a pilastri delle estremità del mondo (nord-sud-ovest-est), trattengono il proprio padre e Crono, con la destra, gli taglia in sol colpo il membro maschile con la harpe. Senza voltarsi (in modo da non provocare sventura con il suo gesto) getta alle sue spalle la virilità di Urano, che finisce nel mare di Ponto, mentre alcune gocce di sangue cadono sulla terra. Urano per il dolore si allontana da Gaia e si rifugia in alto, sopra il mondo, per non più tornare. E visto che Urano è grande quanto Gaia, non esiste un pezzo di terra di terra dalla quale non è possibile guardare il cielo. Da notare anche il fatto che con Urano il tempo si era fermato: nulla poteva essere messo al mondo, solo concepito, con il suo allentamento da Gaia, il tempo inizia a scorrere,: si può creare.

III) La terra, lo spazio, il cielo

Con la castrazione di Urano, cielo e terra si separano e si crea uno spazio libero. Da allora in poi tutto ciò che la terra e gli esseri viventi produrranno avrà un luogo per vivere. I Titani possono quindi uscire dal ventre materno e procreare a loro volta.
Abbandoniamo per un momento la terra e rivolgiamo l’attenzione alla discendenza di Caos, il quale generò due figli:
• Erebos, Erebo: è il prolungamento diretto del Caos, il nero assoluto, il più consono a Caos, che non si mescola e non sfuma con niente.
• Nyx, Notte: Anche lei, come Gaia, non ha bisogno di unirsi per procreare. La sua progenie sono:
- Aither, Etere: Luce eterea, straordinariamente viva e mai violata da ombra; quella zona del cielo dove non giunge mai l’oscurità e che appartiene agli dèi olimpici. Come Erebo è la notte assoluta, così Etere è la luminosità allo stato puro
- Hemera, Emera: Luce del giorno
Notte richiede l’esistenza del Giorno, da quando lo spazio si è aperto, infatti si succedono regolarmente. Le porte della Notte si trovano all’ingresso del Tartaro. Lì Notte e giorno si presentano l’uno in seguito all’altra, senza mai potersi toccare.

Tutti gli esseri che vivono sulla terra sono creature del giorno e della notte, solo nella morte conoscono l’oscurità totale di Erebo. Gli dèi, invece, vivono nel cielo, nella luce sempre via di Etere. Questa quindi la nuova disposizione dell’universo:
Gli dèi al culmine del cielo (luce eterna)
I mortali sulla Terra (giorno alternato a notte)
I dèi sotterranei e quelli che verranno cacciati nel tartaro (buio eterno).

Ritorniamo ad Urano. Quando questi si allontana da Gaia, lancia una maledizione contro i propri figli: “Vi chiamerete Titani, perché avete teso le braccia troppo in alto, preso espierete la colpa per aver osato alzare la mano contro vostro padre.” Questa maledizione è lanciata contro i suoi figli, in particolar modo contro Crono, reo di aver versato il sangue di un proprio famigliare. E di questo reato i boia sono le Erinni, incaricate di punire simili trasgressioni, siano esse ad opera di uomini o di dei.
Intanto le sue gocce di sangue cadute sulla terra generano delle creature:
• Le Erinni. È una forza primordiale il cui principale compito è quello di custodire il ricordo del crimine compiuto contro la famiglia e di farlo poi scontare al colpevole, qualunque sia il tempo necessario. Le Erinni sono divinità della vendetta, rappresentano l’odio, la memoria della colpa e incarnano la necessità che il crimine si pagato. Con loro si forma la discordia in seno alla famiglia.
• Le Meliai, Meliadi: Le ninfe dei frassini, divinità guerriere; le lance omicide usate dai guerrieri nei combattimenti sono prodotte proprio dal frassino dove esse dimorano.
• I Giganti: dei guerrieri che personificano la violenza bellica e non conoscono infanzia e vecchiaia.
Con la castrazione di Urano sono quindi venuti a crearsi tre tipi di personaggi che incarnano violenza, punizione e combattimento.
Eris è il nome che riassume in sé tale violenza e designa i conflitti di ogni genera e forma.
Urano intanto, lontano da Gaia, cessa di unirsi a essa, salvo nel momento delle grande piogge fertili, una pioggia benefica che impregna il suolo di Gaia. Ma all’in fuori di questa eccezione il loro legame è spezzato.

IV) Discordia e amore

Il membro di Urano, gettato nel mare di Ponto, non è sprofondato, bensì galleggia portato dalle onde e la schiuma dello sperma si mescola a quella del mare. Da lì prende forma Afrodite, la dea nata dal mare e dalla spuma. Afrodite galleggia per un po’ sulle onde, poi approda sulle coste di Cipro. Camminando su Cipro, sotto i suoi passi spuntano i fiori più belli e profumati. Nella scia di Afrodite avanzano Eros, Amore, e Himeros, Desiderio. Il “nuovo” Eros condivide con il “vecchio”: quanto il “vecchio” Eros era contemplativo, il “nuovo” esige l’esistenza di un maschile e di un femminile. Non ha più, quindi, il compito di portare alla luce ciò che era contenuto nell’oscurità delle legge primordiali, bensì quello di unire due esseri ben individualizzati e di sesso diverso, in un gioco erotico che presuppone una strategia amorosa fondata sulla seduzione. Da questi due esseri distinti ne nascerà un terzo che non sarà la copia di uno o dell’altro bensì il prolungamento di entrambi.
La differenza tra le due versioni si vede anche con l’apparire di Eris, Discordia. Quindi la castrazione di Urano da parte di Crono ha portato con se due entità opposte: da una parte Amore, che tende ad unificare due sessi opposti, dall’altra Discordia, che tende a separare.
Dopo la nascita di Afrodite, dopo la castrazione di Urano, la mitologia greca passa alla fase successiva. La prima era il mito della creazione, un racconto cosmologico, ora, invece, con Amore e Discordia, gli dèi si dividono in fazioni per vedere chi sarà il signore degli dèi e regnerà sul creato. Infatti vi sono diversi punti aperti in questa parte di mitologia:
Come avverrà l’espiazione dei Titani per il delitto commesso contro il loro genitore, Urano? Gli stessi Titani avranno una progenie, si ripeterà quindi ad infinitum la battaglia tra due diverse generazioni (come accaduto con Crono)? Perché se questo accadesse, se non viene indicata una chiara sovranità, il mondo sarà sempre nell’incertezza. Vi sarà il bisogno di una guerra tra dei.

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