giovedì 9 giugno 2011

... e anche Santoro s'incazzò

Ho parlato spesso di questa stagione di Annozero... e anche l’ultima puntata da spunto a qualche riflessione:

Annozero è di parte.
Certo, non è mansueta con la sinistra, ma le critiche e le battutine (oltre ai servizi) rivolti contro la destra sono più frequenti.

E durante l’ultima puntata (perché, ora come ora, Santoro in RAI l’anno prossimo io non ce lo vedo) si son lasciati andare i freni inibitori: Travaglio più pungente del solito, al pubblico viene tolto il bavaglio di Masiana memoria, Santoro che continua a sparare battutine e poi… s’incazza come una bestia, monopolizzando la trasmissione per diversi minuti, sfogando tutte le sue frustrazioni. Per chi se lo fosse perso seguite questo link (finché è ancora disponibile).
Questo sfogo mi ha colpito molto, un Santoro fuori controllo non me lo sarei immaginato (fuori controllo per i suoi standard, abbiamo visto ben di peggio da parte di altri conduttori).
E se come spettatore di Annozero devo ammettere che questa puntata ci voleva, come opinionista (amatoriale) devo dire che non mi pare siano stati rispettati i criteri che bisognerebbe porsi come giornalisti obiettivi.
Sia chiaro: anche gli ospiti, il ministro Brunetta in primis, non hanno dato una mano a mantenere un clima disteso. Ma non voglio dare scusanti a Santoro & co., quindi non mi addentrerò nei particolari (peraltro, povere le nostre orecchie, ben evidenti).

Ma, come detto, Annozero è di parte.
È, però, anche un’ottima trasmissione, con servizi curati in modo professionali e un conduttore che sa il fatto suo.

Credo che sia impossibile trovare un programma di approfondimento politico completamente neutrale in Italia. Con questo non voglio dare scusanti a nessuno, è il mio sogno trovare un programma che sia neutrale fino in fondo, che riproponga i fatti senza darne alcuna interpretazione personale. Ma da decenni in Italia si è schierati e si tende demonizzare l’avversario è quindi ovvio che vi siano trasmissioni schierate da una parte o dall’altra.
Siamo realisti: una trasmissione sulla politica fatta in modo neutrale non c’è. Però auguriamoci, quantomeno, che si faccia in modo che il numero e la durata delle trasmissioni “simpatizzanti” sia davvero equilibrato.

E speriamo che chi in trasmissione c’è impari il rispetto delle persone che ha davanti, che lasci terminare i ragionamenti, che faccia proposte ben formulate e prenda impegni seri. Insomma, che si impari che il vero giornalismo è obiettivo e che il vero politico è apprezzato per i suoi fatti, non se ha la voce più grossa.


Mauro Biancaniello

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