Solitamente dopo la prima stagione in una serie televisiva si perde qualcosa per strada. Di solito è la freschezza, l'originalità, invece Dexter ha perso un bel pò di sangue, che nella prima serie abbondava.
I puristi ne saranno felici, eppure da un serial tv basato su un serial killer (ricordiamo che Dexter uccide solo i cattivi) non si poteva certo pensare di trovare un prodotto anemico. Ad ogni modo la storia non ne risente, la psicologia (il punto forte della prima stagione, altroché il sangue) diviene ancora più complessa. Dexter si strugge tra il suo istinto, la brama di uccidere, e la voglia di conformarsi.
E, per la prima volta nella sua vita, mostra il suo vero volto a persone che lo conoscono.
Vi è molta ironia in questa nuova serie, sempre comunque ben legata alla trama e mai gratuita, ci sono alcune scene simil-soap opera che allontanano dal pregevole realismo che si era creato, ma il vero piacere è vedere ampliato la psicologia di tutto il cast di contorno, con una stupenda new entry, Jamie Murray, di cui non anticipo nulla. Ma il personaggio meglio tratteggiato è la sorella di Dexter, che nell'arco della stagione acquista una grande forza (e una grande professionalità).
Si è conclusa quindi anche questa stagione, sarà ancora una volta un piacere vedere come prosegue questo viaggio in una mente disturbata, resa perfetta nella sue contraddizioni morali.
Mauro Biancaniello
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venerdì 8 gennaio 2010
venerdì 18 settembre 2009
DEXTER - Stagione 1
Ho appena terminato di vedere l'ultima puntata della prima stagione di Dexter.
(Per chi volesse maggiori informazioni sulla trama e sulla serie, rimando ai link sotto)
Già l'idea di dedicare una serie a un serial killer è di per sé originale. La prima volta che ne ho sentito parlare ero incuriosito ma anche in dubbio sul fatto che potrebbe essere un serial troppo morboso. Venuto però a sapere quale fosse l'escamotage dietro alla serie non ho voluto perderla, ovvero una serie TV basata su un serial killer che uccide gli altri serial killer, seguendo un codice morale personale.
Ed è qui, che, a mio avviso, Dexter ha il suo punto di forza, ovvero il fatto che il personaggio si muove su una linea d'ombra. È una persona evidentemente molto disturbata e il bravissimo Michael C. Hall rende questa sua mancanza di sensibilità umana alla perfezione. La linea su cui Dexter cammina è sottile, a pochi centimetri da un dirupo. Lui sente l'esigenza di uccidere ma ,proprio per il suo codice morale, può farlo solo con altre persone che hanno ucciso.
Questo dilemma resta sempre sul fondo, finché verso il finale di stagione si mostra chiaramente in due momenti: quando ha a disposizione il corpo addomermentato dell'ex di suo marito e poi nell'ultima puntata, con la sua sorellastra nel ruolo di vittima offerta in sacrificio.
Dexter, col passare delle puntate, diviene sempre più umano, si lascia andare sempre più ai sentimenti, seppure questi lo tocchino sempre da lontano. Quando pensa alla sua mancanza di sentimenti allora è pieno di buoni propositi, ma quando è sotto stress la situazione cambia, facendo restare ben poco dell'essere umano che faticosamente tenta di costruire e mostra così il suo vero volto, pieno di cinismo e di praticità, svuotato da una qualsiasi empatia con l'interlocutore.
Sembra che tutta la stagione servi a Dexter per capire se è lui a voler vivere con il codice insegnatoli dal padre adottivo o se invece lo vive come un obbligo. Nell'ultima puntata, poi, resta il dubbio allo spettatore sul cosa sarebbe accaduto se come vittima il fratello di Dexter avrebbe scelto qualcuno diverso dalla sorellastra. Probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. Ma così non è stato e il personaggio conclude la serie diventando una sorte di eroe negativo.
Insomma, uno sguardo diverso sul farsi giustizia da soli che ormai sembra quasi un atteggiamento internazionale, un prodotto televisivo che dimostra grande maturità e che fa riflettere oltre ad intrattenere. Ovviamente non è privo di difetti, con personaggi secondari non troppo delineati e le loro, sinceramente, noiose paturnie).
Dexter crea un tale livello di partecipazione che, durante i 45 minuti che dura una puntata, riesce quasi nel tentare lo spettatore ad accettare la giustizia sommaria che egli propone.
Ci vogliono lunghi minuti per ricordarsi che se si uccide un uccisore si ha comunque ucciso.
Mauro Biancaniello
Link sulla serie:
Sito web della serie
Dexter su Wikipedia
(Per chi volesse maggiori informazioni sulla trama e sulla serie, rimando ai link sotto)
Già l'idea di dedicare una serie a un serial killer è di per sé originale. La prima volta che ne ho sentito parlare ero incuriosito ma anche in dubbio sul fatto che potrebbe essere un serial troppo morboso. Venuto però a sapere quale fosse l'escamotage dietro alla serie non ho voluto perderla, ovvero una serie TV basata su un serial killer che uccide gli altri serial killer, seguendo un codice morale personale.
Ed è qui, che, a mio avviso, Dexter ha il suo punto di forza, ovvero il fatto che il personaggio si muove su una linea d'ombra. È una persona evidentemente molto disturbata e il bravissimo Michael C. Hall rende questa sua mancanza di sensibilità umana alla perfezione. La linea su cui Dexter cammina è sottile, a pochi centimetri da un dirupo. Lui sente l'esigenza di uccidere ma ,proprio per il suo codice morale, può farlo solo con altre persone che hanno ucciso.
Questo dilemma resta sempre sul fondo, finché verso il finale di stagione si mostra chiaramente in due momenti: quando ha a disposizione il corpo addomermentato dell'ex di suo marito e poi nell'ultima puntata, con la sua sorellastra nel ruolo di vittima offerta in sacrificio.
Dexter, col passare delle puntate, diviene sempre più umano, si lascia andare sempre più ai sentimenti, seppure questi lo tocchino sempre da lontano. Quando pensa alla sua mancanza di sentimenti allora è pieno di buoni propositi, ma quando è sotto stress la situazione cambia, facendo restare ben poco dell'essere umano che faticosamente tenta di costruire e mostra così il suo vero volto, pieno di cinismo e di praticità, svuotato da una qualsiasi empatia con l'interlocutore.
Sembra che tutta la stagione servi a Dexter per capire se è lui a voler vivere con il codice insegnatoli dal padre adottivo o se invece lo vive come un obbligo. Nell'ultima puntata, poi, resta il dubbio allo spettatore sul cosa sarebbe accaduto se come vittima il fratello di Dexter avrebbe scelto qualcuno diverso dalla sorellastra. Probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. Ma così non è stato e il personaggio conclude la serie diventando una sorte di eroe negativo.
Insomma, uno sguardo diverso sul farsi giustizia da soli che ormai sembra quasi un atteggiamento internazionale, un prodotto televisivo che dimostra grande maturità e che fa riflettere oltre ad intrattenere. Ovviamente non è privo di difetti, con personaggi secondari non troppo delineati e le loro, sinceramente, noiose paturnie).
Dexter crea un tale livello di partecipazione che, durante i 45 minuti che dura una puntata, riesce quasi nel tentare lo spettatore ad accettare la giustizia sommaria che egli propone.
Ci vogliono lunghi minuti per ricordarsi che se si uccide un uccisore si ha comunque ucciso.
Mauro Biancaniello
Link sulla serie:
Sito web della serie
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