giovedì 14 marzo 2013

Canale Mussolini



Questa è la storia dei Peruzzi, gran lavoratori della terra che son dovuti andar via dalle pianure padane (per colpa dei maledetti Zorzi Villa) e son finiti a bonificare le paludi pontine.
Gente seria i Peruzzi, qualche volta salta loro il sangue al cervello, ma sono brave persone.
Lo sapevate che a casa loro ci sono passati il Rossoni e il Duce? E dovevate vedere le occhiate che Mussolini lanciava alla matriarca della famiglia..

Antonio Pennacchi è forse l’unico autore moderno che è riuscito a fare un romanzo di ampio respiro che s’immerge nella storia italiana.
E se sarebbe bastata la sua prosa e caratterizzazione a rendere questo romanzo memorabile, ci ha aggiunto anche l’idea geniale di far narrare tutta la storia da uno della famiglia protagonista delle vicende, come se questi fosse stato intervistato.
E diverte vedere quest’uomo che narra di un incontro tra Hitler e Mussolini che parlano con l’accento dell’altitalia, oppure come cambia il dialetto in base ai personaggi..
Sta tutta qui la genialità di Pennacchi: l’intrecciare con pennellate leggere e ironiche la storia di una famiglia con la storia dell’Italia che si avvia al fascismo e che ne vedrà la conclusione.

Pennacchi è bravo a non prendere posizione e pone il lettore nel ruolo scomodo di giustificare e capire chi, ai tempi, aveva aderito con entusiasmo al fascismo. È capace anche di mostrarci un altro tipo di resistenza, quella degli agricoltori delle paludi pontine contro “gli invasori americani” (anche se erano inglesi, ma questo i Peruzzi non lo sapevano).
ATTENZIONE: non si tratta di un libro di propaganda neo-fascista, semplicemente l’autore ci mostra con grande neutralità le storie di quegli anni, ponendosi al di sopra di ogni giudizio. Difatti par facile, ora, dire: “tutti dovevano fare resistenza”, ma, come in questi libro, si parla anche di contadini, di gente che ha beneficiato (almeno nella prima parte) del fascismo, persone che venivano trattate con rispetto dagli alleati germanici, giunti sul canale Mussolini a proteggere le loro terre dagli invasori che arrivavano dall’altra parte dell’oceano.

Mischiando abilmente narrativa e storia, Pennacchi ci insegna la vita dei contadini e ci dona una breve (seppur dettagliata) spiegazione della vita italiana dagli ’10 ai ’40 meglio di quanto facciano molti insegnanti.
Lo fa con uno stile vibrante, mai noioso.
Come detto, è l’ultimo grande romanzo italiano che leggo da un bel pezzo e ringrazio Pennacchi di averlo saputo scrivere con l’ironia e la poesia di cui il nostro popolo è, troppo poco spesso, capace.

Mauro Biancaniello

Stiamo parlando di “Canale Mussolini” di Antonio Pennacchi

Nessun commento:

Posta un commento