martedì 18 settembre 2012

Gli alieni della politica: Ostriche e Champagne a piacere

 
Un Maurizio Crozza, sempre più insofferente, ieri sera ha sottolineato come le aziende che meglio vanno in Italia siano la politica e la mafia.
Come dargli torto?
E qui non si vuol fare antipolitica o condannare il governo dei tecnici. Si vuole unicamente sottolineare la differenza abissale tra sacrificio dei lavoratori/piccoli imprenditori e i benifici della classe politica.
Non sarò certo il primo a dire che ci sono riforme da fare che non hanno costi e che implicano un taglio alla spesa pubblica, in particolare a quello della classe politica (un esempio? Cominciamo a tagliare, o almeno modificare, i rimborsi elettorali).
Sono sempre più frequenti i casi in cui la politica si mostra aliena rispetto al suo elettorato:
Davanti a un rigido controllo fiscale del contribuente medio, si contrappone la bocciatura di un controllo esterno al bilancio dei partiti (seguite questo link per approfondire l'argomento). Forse è una piccolezza (poi, infatti, vedremo di peggio), ma è un chiaro segnale che c'è una certa politica che della trasparenza se ne frega altamente. Ma dico: uno dei compiti di un partito è, tra le altre cose, ricordare al cittadino di essere conforme alle leggi e garantire massima trasparenza. Allora devi essere tu il primo a mostrarti trasparente. Che ti costa far controllare il tuo bilancio da un ente esterno? Vediamola dal lato pratico: Magari stampi qualche centinaio di volantino in meno, ma, in fatto di pubblicità, ci guadagni molto. Ad esempio: non ho mai votato UDC ma non posso che stimare il fatto che tale partito si sia dissociato da questa bocciatura. La trasparenza, attualmente, è un ottimo incentivo per far smuovere quella (grande) fetta di elettorato indeciso: i cittadini, ora, vogliono sapere come i politici spendono i soldi che danno nelle loro tasse e con i loro consumi.

E se ci sono persone che sono costrette a pensarci due volte prima di comperare della carne al supermercato, non è possibile che la politica abbia tra le sue fila personaggi che con i soldi pubblici si comprano SUV della BMV e si nutrono di ostriche e champagne. Sembra questo il caso di Franco Fiorito (seguite questo link per vedere i capi di accusa) del PDL.

In questo momento non abbiamo bisogno di politici che "vivano alla grande": se impieghi tutto il tuo stipendio per sopravvivere, non puoi accettare che chi ti governa politicamente si dia alla pazza gioia. Ed è per questo che la politica italiana ha fallito e continua a fallire: da una chiara immagine di voler richiedere cambiamenti e sacrifici mentre è la prima a non essere disposta a rinunciare a nulla.
Un radicale cambiamento, quindi, è auspicabile, tuttavia sarà difficile che accada: nonostante la situazione disastrosa che l'Italia sta affrontando dal 2° semestre del 2011, i partiti ancora non sembrano accorgersi che vi è bisogno di rinnovamento, che certe figure (e certe inchieste) danneggiano la loro credibilità. Perché é anche vero che se non bisogna guardare le azioni di un singolo, ci si chiede come si possa "assumere" tali candidati, come essi non siano provvisti di un chiaro controllo da parte, dapprima, dello stesso partito. E non è accettabile che ora, visto il periodo, si vada in campagna elettorale anticipata invece di mostrare coesione: nel mercato internazionale questo varrà una penalità che danneggerà l'intera industria e il commercio italiano nel mondo. L'abbiamo già visto accadere, speriamo non si voglia incorrere nello stesso errore. È già iniziato il solito sistema di dare la colpa agli altri, senza assumersi responsabilità... Manca un chiaro intento propositivo, essenziale in periodi di crisi. Non si perde tempo a dare la colpa agli altri, non si dice che gli altri sono "pegggio di noi", bisogna avanzare idee e, soprattutto, mettere in atto provvedimento che siano di beneficio al paese. Ma la politica italiana, putroppo, par sorda alla logica e preferisce adagiarsi su vecchi sistemi che, invece, i cittadini hanno capito da tempo essere ormai largamente superati.

L'Italia, quindi, appare condannata in partenza: se i partiti stessi sono incapaci di adattarsi alla crisi, che speranza possono dare al paese che dovrebbero guidare attraverso questo tremendo periodo?


Mauro Biancaniello

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