venerdì 20 luglio 2012

Thor: Cielo e Terra


Thor è un dio, non un semplice eroe in costume.
Lo vediamo combattare i cattivi, agire secondo un codice, ma lui è di più.

Paul Jenkins, ottimo autore quando si tratta di storie singole legate a un unico personaggio, sviluppa questo lato, ponendo Thor "tra il Cielo e la Terra".
4 capitoli, ognuno slegato dall'altro, in cui Thor viene posto in situazioni in cui raramente lo si è trovato nella sua lunga vita editoriale.
Memorabili, tra tutti, il suo lungo dialogo con un terrorista, oppure l'avvento del Ragnorok (la fine degli dèi, secondo la tradizione normanna).
Jenkins in queste storie non calca la mano sull'azione, nemmeno sui pensieri del protagonista, piuttosto ci mostra delle scene, ci fa rilfettere.
Bellissima l'immagine di Thor, chino sul capezzale di un prete, intento a recitare una preghiera in latino.

Raramente si vedono delle serie della durata limitata suddivisi in questo modo, con i capitoli indipendenti gli uni dagli altri. Ancora più raramente si vedono opere del genere realizzati sempre da artisti diversi.
E se la Marvel avrebbe potuto scegliere autori di richiamo, ha scelto invece di puntare su ottimi artisti amati dagli affascionados ma non troppo profilici, tutti con un tratto (seppure diverso) ben lontano da quello che si è soliti ammirare in un fumetto americano.
Il più bravo, a mio avviso, il sempre ottimo Ariel Olivetti, bravissimo nell'illustrare con efficacia, usando poche vignette, il dialogo tra Thor e il fratello Loki, mentre questi discutono su come anche una bugia possa avere valenza positiva. Intorno a loro, a breve, il mondo degli dèi è pronto a cadere.

Un'opera davvero fuori dall'ordinario, di rara qualità, seppure poco conosciuta.
Un altro modo per conoscere e apprezzare il Thor della Marvel, un altro modo per leggere un "fumetto di supereroi", che dimostra che tale medium può avere ancora molto da raccontare.


Mauro Biancaniello

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