lunedì 12 dicembre 2011

Il teatro di Pippo Delbono - "Forse ritrovo lì la mia anima"

Il teatro di Pippo Delbono
"Forse ritrovo lì la mia anima"



A Pippo Delbono piace viaggiare molto.
Durante un viaggio può capitare di trovarsi in situazioni molto diverse da quelle abituali, a volte anche drammatiche. Durante un viaggio non si può mai avere una certezza.
A Pippo piace proprio buttarsi in mezzo alle situazioni (e anche un po’ perdersi). Se all’inizio si da degli obiettivi, come visitare determinati luoghi, spesso, quando è solo, finisce a lasciarsi guidare dalla situazioni, scoprendo dei luoghi affatto ordinari, che portano a provare sensazioni e impressioni fortissime.
Nel 1998 Pippo si trovava a Bali e ha assistito ad un funerale.
Ma questa volta non si trattava di un caso, era un evento organizzato. Lui e gli altri del gruppo di turisti vengono portati a poca distanza in automobile dall’albergo, in uno slargo dove era stato allestito un altare. Scesi dal pullman, è stato loro detto di sedersi e di aspettare.
Sono rimasti lì per quasi due ore e mentre sembrava che non stesse accadendo nulla, in realtà, a tratti, qualcosa succedeva: qualcuno arrivava e collocava la foto del morto sull’altare, delle donne portavano dei frutti, alcuni abitanti del posto uscivano di casa e si sedevano davanti alla soglia. Era un ritmo lento, dilatato.
Poi, all’improvviso, arrivano portantini e donne con gli abiti colorati. Il morto viene portato fuori di casa, con i familiari a seguito. Qualcuno si siede sul cadavere, come a voler impedire che si possa muovere. Iniziano a muoversi tutto, sempre più rapidamente, e Pippo e gli altri turisti si ritrovano a correre dietro al corteo.
E poi, durante il tragitto, la gente ha cominciato a ridere, a giocare con il morto, a tirarsi del fango. Non era più come essere a un funerale, tanto che Pippo, a un certo punto, ha dimenticato che c’era un cadavere tra loro: appariva come una festa.
Infine sono arrivati alla fine del corteo e l’atmosfera è cambiata nuovamente: Davanti a dove il cadavere sarebbe bruciato tutto era calmo. Una donna andò ad abbracciare il cadavere, avvolto in una serie di stuoie di iuta. Poi hanno iniziato a srotolare le stuoie e, infine, il cadavere è stato fatto bruciare.
A Pippo rimase impresso lo sguardo dei bambini del posto, che guardavano le fiamme che salivano dal morto come fossero luci di un luna park.
Pippo porta sempre qualcosa con sé dai suoi viaggi: quanto lo commuove profondamente lo porta via e lo mette nel suo lavoro di teatrante. Ma non si tratta di mettere in scena rituali o danze, bensì di qualcosa di più profondo: In qualche modo io rubo l’anima. O forse ritrovo lì una mia anima.

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