lunedì 17 ottobre 2011

La differenza tra manifestazioni e violenza

Il concetto che sta dietro agli “Indignados” è di puro intento pacifico, che rivendica il diritto a manifestare la propria indignazione.

Questo non dobbiamo mai dimenticarlo.

Dobbiamo ricordare anche come nasce questo movimento, ovvero rifacendosi alle parole pacifiche di Stéphane Hessel, nel suo bellissimo “Indignatevi”. Tutto è iniziato nel maggio di quest’anno, quando furono in 50'000 a manifestare (in modo assolutamente pacifico) a Madrid, in un movimento che ha preso il nome di “Indignados” e il cui motto è “Noi non siamo marionette nelle mani di politici e banchieri”.
Ed io, personalmente, ho applaudito al pensiero che si fosse deciso di fare una manifestazione su scala mondiale, nelle principali capitali mondiali, a sottolineare che l’uomo della strada abbia pieno diritto di esprimere la sua indignazione in modo pacifico.

In modo pacifico, già.

Invece a Roma non è andata così e l’Italia, ancora una volta, sarà ricordata come un paese di violenti, incapaci di manifestare le proprie idee in modo pacifico. Ancora una volta gli stessi italiani, scioccati dalle immagine di vetrine infrante, di automobili carbonizzate, toglieranno il loro sostegno a questi movimenti che partono con i migliori ideali. E, ancora una volta, non saranno loro, gli organizzatori, i responsabili di quanto accaduto. Ancora una volta, nel X° anniversario di Genova, la responsabilità di questo fallimento saranno i Black Bloc.

E nessuno ricorderà i manifestanti, quelli veri, quelli pacifici, che tentavano di fermare i violenti, non ci si ricorderà dei 3 Black Bloc consegnati alle forze dell’ordine proprio da questi stessi manifestanti.

Ancora una volta la bandiera della pace viene macchiata col sangue e col fuoco da parte di chi non ha compreso (e forse non vuole comprendere) di come la lotta per la democrazia e per l’equità va combattuta con le parole, non con le armi.

Ma noi possiamo cambiare questa percezione sbagliata, possiamo gridare che quanto accaduto è responsabilità di una minoranza, che chi ha voluto manifestare voleva la pace, voleva uguaglianza.
E, forse, questa volta ci ascolteranno.


Mauro Biancaniello

2 commenti:

  1. Condivido pienamente ciò che hai detto nel tuo articolo. Tuttavia o si accerta che questi dissennati sono delinquenti comuni o bisogna analizzare più a fondo i motivi della rabbia sociale. E le responsabilità di coloro che gestiscono la cosa pubblica da un lato come un comitato di malaffare, dall'altro con il laissez faire nell'ordine pubblico. Cui prodest la violenza? Questa è una domanda ineludibile.
    Ciao, Mauro.

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  2. Ipazia, a lungo mi sono interrogato se i Black Bloc potessero essere giustificati in funzione delle loro ideologie, ma ogni volta arrivo alla conclusione che si tratti unicamente di agire con violenza e, quindi, da criminali (anche se certo non comuni).
    La rabbia sociale è dietro al movimento degli "Indignados", i quali, però, hanno deciso di esprimerla in altro modo.
    Quindi come non posso giustificare i Black Bloc, tanto meno posso giustificare gli attuali gestori pubblici, contro cui, ripeto, è giusto esprimere dissenso in tutti i modi, eccetto quella della violenza.
    Grazie per la riflessione interessante.
    Mauro

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