Quando penso ai saggi su noti romanzi, mi immagino centinaia di pagine piene di logorrea e affatto coinvolgenti, in cui l’autore analizza per cinque pagine il significato del perché il protagonista abbia scelto di portare, a pagina 148 del libro, un pantalone grigio al posto di uno nero. Lorenzo Spurio è stato molto bravo a farmi cambiare idea.
Il suo Jane Eyre, una rilettura contemporanea è un saggio di agile lettura, pieno di spunti interessanti. Spurio ha fatto una scelta che ritengo molto interessante: non solo analizza il famoso libro, ma ne sviluppa temi e atmosfere con l’aiuto dei romanzi che da Jane Eyre hanno preso chiara ispirazione, con lo scopo di ampliare quel micro-mondo che la Brontë ha creato.
Anche la scelta di come strutturare l’analisi (e su cosa concentrarsi) si rivela vincente per il lettore. Spurio parte da un riassunto dei 4 libri sul quale ha deciso di concentrarsi, successivamente va ad occuparsi in modo originale della pazzia di Bertha Mason, figura di contorno (eppure essenziale) del romanzo della Brontë. Poi ci conduce ad una riflessione sull’emancipazione e le tematiche razziale, per arrivare, quindi, a una riflessione sulle relazione tra l’Europa e le sue vecchie colonie. Successivamente presenta una lunga (ed interessante) intervista a Sherri Erwin Browning, autrice del rifacimento in chiave horror di Jane Eyre, per concludere citando altre opere che fanno riferimento al capolavoro della Brontë.
Di sicuro il capitolo più interessante è quello in cui Spurio si concentra sulla pazzia di Bertha Mason, mostrando, con grande professionalità, questo straordinario personaggio in chiavi diverse, a dipendenza dell’autore che ha scelto di concentrarsi su di lei. E lo fa con un linguaggio pieno di evocazione, che ci permette di approfondire un personaggio che, a una prima lettura, giudicheremo solo come “una povera pazza”.
Nei capitoli dedicati all’emancipazione e al rapporto tra Europa e colonie, invece, Spurio alterna la “realtà fittizia” dei romanzi con la Storia, in un convincente mix che arricchisce il lettore e lo porta a lunghe e profonde riflessioni.
Convincono anche i brevi estratti che Spurio ha deciso di pubblicare per meglio sottolineare i suoi ragionamenti: sempre molto pertinenti, interessanti e gustosi da leggere, sono una piacevole interruzione che non invadono ma arricchiscono il testo di Spurio. Un saggio “diverso”, adatto davvero a chiunque, anche a chi non ha letto nessuna delle opere che Spurio cita. Anche perché egli riesce perfettamente a darci uno sguardo complessivo su ogni libro, lasciando comunque il lettore intrigato a prendere (o a riprendere) in mano una di queste letture.
Mauro Biancaniello
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