“Resti mortali” è il secondo libro della Hamilton dedicato ad Anita Blake (di cui già avevo parlato in passato).
Solitamente il secondo romanzo di una serie è quello più debole, qui invece si trova una piacevole eccezione. La Hamilton porta avanti i personaggi e il contesto in cui il romanzo è ambientato, stando, però, ben attenta a non annoiare troppo il lettore con quanto avvenuto in precedenza, ma spiegando (bene) la situazione in poche righe.
L’idea di base per il romanzo è, di per sé, accattivante ed esula dai soliti temi trattati in un libro horror:
Ad Anita viene chiesto di resuscitare un cadavere per una questione di eredità.
Da questo si capisce la sottile ironia che la Hamilton mischia con l’horror e le scene di azione.
Il libro scorre via velocemente, con un ottimo ritmo, e fortunatamente non si esime di mostrare sempre personaggi ben delineati ed originali.
Quello che rende speciale i libri dedicati ad Anita Blake è il fatto di inserire personaggi con molte sfaccettature in un contesto surreale, quasi onirico. La Hamilton è brava nel mostrarci come, in mondo di esseri sopranaturali, il mostro possa essere proprio l’essere umano.
Il personaggio più umano resta, comunque, Anita ; è facile provare simpatia per questa donna che affronta l’orrore con coraggio, ma anche con una sana paura. Invece di cadere nell’errore di creare una protagonista scontata, capace di affrontare con un sorriso il peggio che le può capitare, Anita spesso perde il suo sangue freddo. Quindi non una donna d’acciaio, ma una persona che può essere ferita, nel corpo come nei sentimenti.
Mauro Biancaniello
Stiamo parlando di “Resti mortali” di Laurel K. Hamilton – edito da Tea libri nella collana “Teadue”
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