ODIO i “libri in serie”, il pensiero di dover leggere decine e decine di libri per poter arrivare alla fine della storia mi ha sempre tenuto lontano da questa moda letteraria che tanto ha successo. Li odio a tal punto che preferisco guardarmi i film o le serie televisive tratte da queste sottocollane. E sono riuscito a tenermi lontano dai mondi di Harry Potter, Twilight e compagnia bella per anni. Non che non c’abbia provato, ma il risultato è sempre stato men che soddisfacente.
Poi, un giorno, mi trovo davanti il primo libro della Hamilton dedicato ad Anita Blake. Ne avevo sentito parlare molto bene, soprattutto per notizie provenienti dagli Stati Uniti, che parlavano di un personaggio e una trama che parevano accattivanti. Stavo per lasciarlo sullo scaffale, ma la versione supereconomica mi ha convinto e, alla fine, me lo sono portato a casa.
Dopo questa lunga premessa, parliamo finalmente del libro in questione, ovvero “Nodo di sangue”:
Fatemi dire come prima cosa che non abbiamo davanti un capolavoro della letteratura, tanto meno un caposaldo dei libri horror.
Ma ha il suo perché, anzi, ne ha tanti.
Anzitutto la protagonista è una persona che riesce ad avere paura. Non è l’eroina tutta ad un pezzo, ma un essere umano che, seppure possiede poteri straordinari, affronta un mondo che spaventa.
E poi il ritmo che la Hamilton riesce a mantenere con nonchalance per centinaia di pagine: mai banale, ricco di azione con un pizzico di introspezione. È come guardare una stagione di un (bel) serial televisivo in DVD che ti prende tantissimo: guardi il primo episodio e poi rimani incollato alla televisione fino ad accorgerti che ormai l’ora alla quale saresti dovuto andare a dormire è passato da un pezzo.
Di certo, poi, non si può non menzionare la base della trama: la protagonista è una donna capace di resuscitare i morti, che però collabora con la polizia in qualità di cacciatrice di vampiri. Ed è quindi strano che proprio lei venga incaricata dai vampiri per dare la caccia a un serial killer che perseguita la loro razza.
Ed infine, dopo la premessa di prima, voglio dire che potete stare tranquilli: il libro termina senza rimandi ad episodi futuri ed è un ottimo esempio di “libro in serie” in cui l’autrice riesce a contenere la storia in un singolo volume, senza obbligare il lettore a dover comperare il prossimo “capitolo”.
La Hamilton imbastisce una storia appassionante e ci mostra un personaggio ben cosciente di camminare in un mondo oscuro pieno di ombre, ma anche, fortunatamente, dotato di qualche spiraglio da cui, a volte, filtra una luce abbagliante.
Mauro Biancaniello
Stiamo parlando di “Nodo di sangue” di Laurel K. Hamilton – edito da Superpocket nella collana “Bestsellers”
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