C’era un tempo in cui il politico doveva essere bravo nei compiti che gli erano stati affidati, ovvero guidare il paese verso il benessere. Nell’Italia moderna, invece, deve avere innanzitutto una qualità: essere un ottimo cecchino.
Il cecchino attende che il nemico si scopra, anche solo per un istante, per colpirlo e infliggere un danno, nella speranza che sia il colpo mortale.
Ho fatto un gioco in queste settimane: appositamente non sono andato a vedere i programmi dei vari candidati alle amministrative, in attesa che, com’era solito accadere, si sentisse dalle loro voci, attraverso i principali organi di informazione, quanto avevano da proporre. Premetto che mi sono concesso questo lusso perché non dovevo andare a votare in nessuno dei comuni coinvolti.
Ebbene, sapete qual è stato il risultato? Che i programmi non venivano riportati dagli stessi candidati (solo poche parole, principalmente slogan), ma dai loro avversari e di certo non in termini lusinghieri.
Questi non sono i politici che io voglio, questa non è il tipo di politica che mi aspetto da un mondo moderno e democratico. Il cecchinaggio mediatico, già latente da tanto tempo, ha ora un impronta troppo forte. E rattrista che la demonizzazione dell’avversario sia l’unico punto su cui convergono tutti i maggiori partiti politici.
Per fortuna l’elettore non è stupido, ha già punito, in parte, i candidati-gladiatori, premiando i candidati più sobri e di sostanza.
La politica, all’indomani delle amministrative, pareva aver colto il messaggio, per poi, nell’arco di pochi giorni, tornare all’attacco con maggiore violenza.
La democrazia, in politica, si basa anche sul rispetto dell’avversario. Quando questi viene dipinto come il nemico da eliminare da la scusante ai suoi “tifosi” di dare sfogo ai loro lati peggiori (nei media manca la copertura sui programmi elettorali, di certo non mancano scene di insulti e spintoni tra elettori).
Parlavo di tifosi: i veri tifosi amano la propria squadra, ma da questa esigono rispetto. E se non porta risultati viene fischiata e abbandonata.
Speriamo che le emorragie di voto facciano capire alla politica italiana che è ora di svoltare, prima di finire in una strada senza uscita, in cui l’unica vittima sarà il paese stesso.
Mauro Biancaniello
Nessun commento:
Posta un commento