venerdì 15 gennaio 2010

Tassando i colpevoli / Parte 2°: si accende lo scontro

Ieri si parlava della proposta del presidente USA Obama per tassare le banche/istituto di credito responsabili dell'attuale crisi.
Oggi vediamo le conseguenze (Fonte: Il sole 24 ore):
Obama ha proposto una tassa sulla crisi agli istituti Usa aiutati con fondi pubblici con la seguente motivazione: "Rivogliamo il nostro denaro e ce lo riprenderemo. Se le banche sono sane abbastanza per pagare maxibonus odiosi, allora lo sono anche abbastanza per risarcire i contribuenti". E ancora: "Sappiamo bene che le banche sono essenziali per il corretto funzionamento dell’economia, ma non possiamo tornare al passato". Il suo progetto riguarderà le maggiori istituzioni finanziarie, quelle con asset superiori ai 50 miliardi di dollari. Il 60% della tassa sarà fornita dalle dieci maggiori banche del paese.

A mio avviso, quindi, si parte da un giustissimo presupposto, visto che se la crisi ha avuto questo effetto è evidente che i responsabili siano proprio le grandi banche USA.

Ma pronta arriva la replica, infatti secondo il quotidiano online The Politico gli istituti finanzari sostengono che la tassa avrà effetti negativi sull'economia costando fino a 1.000 miliardi di dollari in prestiti perduti. Un banchiere ha spiegato al quotidiano che "il denaro raccolto dall’erario verrà tolto al sistema bancario ed ogni dollaro di capitale ne genera 10 in prestiti". E siccome Obama punto a recuperare intorno ai 100 miliardi di dollari, i prestiti perduti saranno intorno ai 1.000 miliardi.


Ecco pronta la strategia che è vecchia come il mondo: la strategia della scusante, come a dire "noi non possiamo pagare una tassa simile. Non entriamo nel merito se sia giusta o meno, perché il problema è che i poveri bisognosi poi non potranno ricevere prestiti, perché ogni soldo di capitale viene trasformato in dieci di prestito."

Ora mi pongo una domanda, io che l'economia l'ho studiata col cannocchiale, senza riuscire a vedere più che i contorni:
Ma se le banche abbassassero lo stipendio ai managers (non mi risulta che questo natale abbiano dovuto mangiare alla mensa dei poveri) non potrebbero essere proprio questi soldi a servire per pagare la tassa? In questo modo i responsabili (manager che prendevano le decisioni) e i co-responsabili (banche che sostenevano i manager) sarebbe puniti per l'enorme errore commesso.

Ma forse ci sono anche altre soluzioni... ad ogni modo faccio una fatica boia a credere al fatto che ogni dollaro di capitale venga trasmutato in prestito, a me sembra una favola (e dico "favola" perché "balla" mi sembrava banale).

E a voi?

Mauro Biancaniello

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