domenica 30 marzo 2014

ACCIAIO di Silvia Avallone

Esistono dei romanzi ruvidi.
Romanzi che sanno immergersi nella vita della classe medio/bassa e farcela vivere fino in fondo.
Perché sono le stesse classi in cui si vive anche noi.
Magari non nello stesso paese, non nella stessa nazione, ma i loro bisogni, i loro desideri, sono anche i nostri.
Sono cronache di vite ordinarie.
Sono cronache ruvide.
E se lo scrittore professionista e navigato ha i mezzi per rendere tale cronaca un diletto da leggere, se ha la capacità di essere duro e incisivo, spesso gli mancherà la ruvidezza necessaria a dare una lettura realistica della vicenda.
Una narrazione ruvida e imperfetta.
Se la vita migliore non può essere perfezione, così Silvia Avallone narra, nel suo "Acciaio" con ammirevole imperfezione.
Narra le vite di una micro.cultura nata alle basi di una fabbrica d'acciaio.
E se vi è un capitolo che mostra come l'italiano medio davvero vive, lo si vede nel capitolo in cui in protagonisti assistono alla tragedia del 09/11/2011. Coinvolti e sconvolti, sì, ma fino a un certo un punto.
Perché quelle scene avvengono a NewYork, a decine di migliaia di chilometri di distanza.
E all'operaio, che si sbatte a lavorare in turni massacranti, quanto accade può toccare, ma non nel profondo.
È così che la Avallone narra la sua storia: senza artifici.
Tutti vogliono provare amore, tutti lo cercano, ma si ritrovano con un'immagine sbiadita di ciò che vorrebbero.
E si accontentano.
Ambiscono a una vita migliore, ma non la perseguono con tutte le loro forze.
Non vi sono eroi, non vi sono malvagi.
O forse sì, un malvagio c'è, un padre possessivo, geloso e manesco.
A lui Avallone non offre l'assoluzione, neppure una scusante.
Ma lui, e questo lo si capisce subito, è un mostro.
Agli altri, invece, la scrittrice offre il beneficio del dubbio:
Fanno cose buone e fanno enormi cazzate.
Come succede a tutti nella vita.
L'Avallone narra la vita semplice dell'operaio, con uno stile invidiabile, immersa nella realtà.
Una stupenda opera prima, che obbliga il lettore navigato ad immergersi in una lettura appassionante.
Perché ci sa fare la Avallone.
E perché la vita non sarà mai artificio letterario.

Mauro Biancaniello

Stiamo parlando di "Acciaio" di Silvia Avallone, pubblicato da Rizzoli

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