martedì 21 febbraio 2012

Fascisti! Borghesi! Ancora pochi mesi!

IL '68 VISTO DA JACOPO FO E SERGIO PARINI
PREFAZIONE: Fascisti! Borghesi! Ancora pochi mesi!

“Fascisti! Borghesi! Ancora pochi mesi!”
Jacopo Fo e Sergio Parini lo sapevano che non era vero, ma come slogan ci stava bene.
Comunque loro erano convinti che entro breve tempo “la rivoluzione avrebbe vinto in tutto il mondo”,magari ci voleva qualche anno, ma sarebbe accaduto.

Il ’68 era stato un esplosione di rivolta contro la violenza, la povertà, lo sfruttamento e il colonialismo.
Dalla Cina arrivava il messaggio che “ribellarsi è giusto”, anche Vietnam e Cuba dimostravano la potenza del popolo, il Cile si stava dimostrando l’unico paese sudamericano a maggioranza di sinistra. E mentre l’Africa era in rivolta, in Spagna e in Grecia si lottava duramente contro i regimi fascisti.

Il mondo di Fo e Parini era semplice: da una parte i buoni (loro), dall’altra i cattivi (reazionari). Ma i cattivi erano anche i revisionisti, come la Russia, che invadeva la Cecoslovacchia, e il Pci, che pareva aver voglia solo di dare addosso ai giovani del movimento.
E un nemico era la scuola, aperta negli studi avanzati solo verso chi aveva mezzi economici e culturali. Si sprecavano le richieste di un cambiamento, ma i riscontri erano funesti:
sospensioni e bocciature, seguite da espulsioni, poi manganellate, arresti, persino morti.
E se questa era la reazione, allora la soluzione era la rivoluzione.

All’alba del XX° secolo lo sanno tutti che una rivoluzione marxista in Italia era impensabile…ma Fo e Parini, ai tempi, lo ignoravano, aiutati dall’esempio di Gandhi, che alle pallottole rispondeva con la non violenza.
Col tempo ne hanno preso coscienza:
“E poi non è che nasce un Gandhi ogni cinque minuti. In Italia non è mai nato. E se è nato non se n’è accorto nessuno”.

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