Non sempre i genitori sono perfetti, anzi, a volte sono ben lontani dall'essere sufficienti. E i figli si allontanano, con i loro ricordi d'infanzia infelice ad accompagnarli nell'età adulta.
Ma poi, a un certo punto, la vita presenta il conto, quando quel genitore che tanto ha fatto soffrire diventa vecchio, malato e ha bisogno di aiuto...
"La famiglia Savage" racconta due storie: quella del padre, costretto ad affrontare in silenzio il ricovero in un istituto per anziani. E quella dei suoi due figli, che vivono lontani da lui con lo spirito e col corpo, che hanno praticamente annullato i rapporti tra loro.
Una famiglia composta da 3 elementi interamente separati l'uno dall'altro.
La regista, Tamara Jenkins, ci mostra il lento scivolare verso la morte e i silenzi tra due fratelli che non sanno come incominciare a parlarsi, tanto meno hanno voglia di farlo.
Philip Seymour Hoffman ancora una volta si dimostra come uno dei migliori attori degli ultimi anni, perfettamente capace di vestire il ruolo di un intellettuale solitario, tuttavia capace di commuoversi quando la sua compagna gli prepara la sua colazione preferita, quella che mangiava quand'era piccolo.
Un film sicuramente lento, tuttavia capace di coinvolgere lo spettatore nel mostrarli come una famiglia distrutta si trova costretta a riunirsi, che a loro piaccia o meno. Un film che mostra la vicinanza che accomuna morte , vita... e rinascita.
Mauro Biancaniello
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