Ieri sera tornavo a casa. Ero stato due giorni al mare, mi aspettava un lungo viaggio, da solo. Come di solito faccio, ho acceso anche questa volta la Radio, per non annoiarmi. Sintonizzato su Radio 24, ho ascoltato il programma “la zanzara”, che offre sempre degli spunti di riflessione un po’ pungenti.
Ed è così che ho ascoltato l’intera intervista radiofonica all’onorevole Mario Borghezio in merito alle stragi di Oslo e Utoya.
È stata un’esperienza frustrante, attendevo sempre con maggiore impazienza che Borghezio condannasse questa strage e definisse chiaramente le gesta di Anders Berhring Breivik come quelle di un folle omicida.
Invece no, non è accaduto. Certo, non lo ha elevato a santo, ma ha tentato di dare una scusante a un episodio così tragico e terribile. Ha parlato di invasione islamica, ha fatto intendere che i danesi, con la loro politica aperta, hanno cercato questa reazione.
La trasmissione è proseguita, diversi ascoltatori hanno commentato l’intervista, tuttavia non tutti hanno criticato aspramente i contenuti della stessa.
E questo mi porta ad una riflessione: una strage, come quella che è avvenuta, può, a mio avviso, essere definita solo come omicidio premeditato. Di certo ci saranno delle motivazioni dietro questo gesto (d’altronde anche la follia resta pur sempre una motivazione), tuttavia mi continua a sconcertare questa continua ricerca di volerne dare una giustificazione, inserendola in un contesto assurdo come “la lotta alla società multiculturale”.
Come se si fosse tornati ai tempi delle tribù, in cui non si accettava chi veniva da fuori, la radice antica dell’odio dello straniero, che s’impossessa dei nostri beni e delle nostre donne.
Ripeto: mentalità tribale che, a mio parere, dovrebbe essere estinta da tempo.
Eppure permane nella storia dell’uomo, in quella antica come in quella contemporanea.
E se molti hanno attaccato Borghezio, si dimentica come l’uomo della strada, forse in altri toni e con minore accanimento, esprime la propria avversità nei confronti degli “invasori” e dei politici che “danno a loro casa e soldi senza pretendere niente”.
Quei pochi minuti di ieri sera ci facciano da allarme: non siamo ancora evoluti come sosteniamo di essere, dentro la nostra società sono ancora troppo presenti questi antichi odi insensati, radicati nella nostra mente, capaci di avvelenare i nostri cuori.
Mauro Biancaniello
Nessun commento:
Posta un commento