lunedì 18 aprile 2011

"La banda dei brocchi" di Jonathan Coe

Siamo in Inghilterra, durante gli anni ’70. Ma non nella swinging London, bensì nella sorellastra più sfigata: Birmingham. Qui seguiamo la vita di Benjamin, Philipp e Doug, liceali che cercano la propria strada, in un mondo che da poco ha scoperto il punk e dove gli scioperi sono all’ordine del giorno. Silenzioso (ma non troppo) co-protagonista è il giornale scolastico “La Bacheca”, che racconta, tramite articoli e lettere dei lettori, quanto accade attorno all vita dei protagonisti.

Jonathan Coe di certo non si risparmia nel donarci un quadro completo dell’adolescenza di questi ragazzi e infarcisce la loro storia inventata con la cronaca di quegli anni (l’IRA e la posizione dei gallesi nei confronti dell’Inghilterra). Ne esce un quadro realistico, senza voli letterari, ben ancorato nella straordinaria quotidianità propria della giovinezza.
Ma vi è un difetto: tanta è la carne che Coe mette sul fuoco da non riuscire a tratteggiare perfettamente i personaggi che gravitano intorno ai protagonisti e a dare scarse risoluzioni a piccole storie che sviluppa nel libro.
Ci si trova, quindi, davanti a un libro molto ben scritto, con alcune idee molto interessanti, alcune meglio sviluppate di altre; un affresco ricco e sincero di quello che poteva essere la vita a Birmingham durante gli anni ’70, delle lotte (sociali e armate) che hanno distinto quegli anni, come anche una fedele riproduzione degli umori culturali che serpeggiavano tra i giovani.

È facile appassionarsi alla storia di questi ragazzi, ben tratteggiati e, soprattutto, dei veri individui, con i loro pensieri, le loro opinioni soggetti al cambiamento dell’età. E tra tutti emerge l’interessante personaggio di Benjamin, diviso tra la tradizione elitaria e una sua personale visione della vita.

Con la miriade di personaggi che s’incontrano nel corso della storia, però, l’attenzione del lettore a volte si affievolisce; forse Coe avrebbe fatto meglio a concentrarsi unicamente su un romanzo di formazione dei suoi pargoli. In questo modo, comunque, il piatto sembra più ricco e, soprattutto, più completo, anche se dopo la seconda portata si fatica a mangiare il dessert. Per fortuna c’è l’ultimo capitolo, un fantastico ammazzacaffé, un ottima sintesi degli avvenimenti futuri dei protagonisti in poche righe che lasciano al lettore la possibilità di immaginarsi, ognuno a modo suo, il finale della storia.


Mauro Biancaniello


Stiamo parlando di “La banda dei brocchi” di Jonathan Coe – edito da Feltrinelli nella collana “Universale Economica Feltrinelli”

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