giovedì 17 marzo 2011

Mors tua vita mea

Come accade sempre in caso di tragedie che coinvolgono centinaia di persone, tutto il mondo si è stretto intorno al popolo giapponese e alla città di Tokyo, dimostrando, pochi nei fatti e molti in parole, il loro sostegno durante questa emergenza.
Ma vi sono persone più pragmatiche, come il sindaco di Roma, Giovanni Alemanno, che ha ritenuto opportuno dichiarare quanto segue:
"La candidatura alle Olimpiadi di Tokyo era ed è da valutare con molta attenzione. Non è mai avvenuto che si creassero questi cortocircuiti; quando un paese deve essere ricostruito è difficile infatti che si dia priorità agli impianti sportivi.”
"Sono due cose che devono rimanere indipendenti per evitare strumentalizzazioni. Siamo tutti molto vicini al popolo giapponese che sarà aiutato anche a livello internazionale, ma la questione olimpica è un'altra storia.”
Questa dichiarazione è stata fatta lo scorso sabato, quindi a un giorno dalla catastrofe, con il numero di morti e dispersi in costante aumento. Stupisce che le Olimpiadi abbiano, sembrerebbe di capire da queste dichiarazioni, un tale valore da non poter nemmeno attendere un tempo necessario per il lutto.

Ma, d’altronde, il sindaco di Roma non è certo una persona che si possa giudicare sottile. Non voglio riferirmi allo scandalo “parentopoli”, bensì ad un’altra sua dichiarazione recente:

“Siamo stanchi di una politica e di una sinistra che gioca sulla pelle delle donne. E dico questo sapendo che sono in corso tre indagini su casi di violenza sessuale (ndr: credo si riferisse ad indagini in corso all’inizio di marzo sul territorio romano): voglio dire che il tema della violenza sessuale c’è e che noi lo vogliamo affrontare.”
“Se c’e’ un problema di violenze sessuali nel nostro Paese questo dipende dalla cultura edonista e consumista che ha presentato la realtà di sesso e amore come una merce da consumare. E noi che crediamo nei valori della famiglia e nel rispetto della persona umana dobbiamo contestare questa cultura.”
Tale dichiarazione è stata fatta il 6 marzo, in seguito alle conclusioni sulle indagini su uno stupro denunciato da una ragazza spagnola, la quale aveva riferito che la violenza era avvenuta vicino a Piazza di Spagna. Questa indagine aveva dato adito a molte critiche e polemiche sulla sicurezza della città di Roma.
Alla fine la ragazza stessa, davanti a prove presentate nel corso delle indagini, aveva dovuto ammettere che il reato non sussisteva, bensì che si era trattato di un gioco erotico finito male: la ragazza, con la complicità del fidanzato, si era prestata ad adescare uno sconosciuto. Ma durante quel rapporto occasionale il profilattico si è rotto e lei si era recata al pronto soccorso, dicendo di essere stata violentata perché i medici si prendessero cura di lei.
Si tratta, a mio avviso, di un chiaro caso di simulazione di reato, infatti la ragazza è ora indagata proprio in questo senso. Ha commesso, chiaramente, uno sbaglio, ma questa simulazione come può giustificare la veemenza nelle parole del sindaco?
Il problema dello stupro è un problema non solo italiano e, di certo, esiste da molto prima che nascessero i partiti. Affermare che, cito nuovamente, “questo dipende dalla cultura edonista e consumista che ha presentato la realtà di sesso e amore come una merce da consumare” è riduttivo a dire poco, mostra ignoranza nei confronti della storia e dei dati evidenti delle cronache giudiziari del passato e del presente.
Lo stupro è un atto orribile, una denigrazione dell’essere umano praticata da criminali (sia in senso penale che in fatto di rispetto dell’altra persona) che, in un paese che si dichiara democratico e moderno, non può trovare giustificazioni o cause di nessun genere, non possiamo imputarlo alla società e alla cultura di una nazione, tanto meno ad una tendenza politica. Deve essere bensì imputato al comportamento deviato di una singola persona, la quale è unica responsabile di un atto tanto osceno e crudele.

Per concludere, Giovanni Alemanno si è dimostrato, con questi due casi, il tipo di politico da cui io non voglio essere rappresentato: quello disposto ad approfittare di tutto e di tutti per arrivare a racimolare voti, quello disposto a sparare sentenze e giudizi su delle circostanze gravi senza minimamente tenere conto delle vittime, dimenticando che le vittime non hanno colpe e che devono essere tutelate con tutte le nostre forze, forse anzi tutto proprio dalle forze politiche.


Mauro Biancaniello

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