A guardare l’Italia degli ultimi mesi, a me vien da fare un proposta: mandiamo i giornalisti a far politica e i politici… bé, a far qualcos’altro.
Lo dico con spirito bipartisan, perché, volendo generalizzare, le due controparti politiche si esprimono ognuno con una sola parola: mentre la destra usa unicamente “mistificatori” la sinistra non sa dire altro se non “dimettiti”.
Apro una parentesi per spiegarmi meglio:
Una sera il Presidente del Consiglio Berlusconi si è sfogato telefonicamente a Ballarò, donando al programma diversi epiteti, tra cui “mistificatori”. Da allora ogni esponente del Pdl usa questa parola in tutte le frasi che dice (vien da chiedersi che cosa dicano al barista al mattino, spero non sia “Mistificatore, fammi un caffè.”).
Intanto l’urlo delle dimissioni è sì forte, ma anche perché intorno vi è silenzio. Abbiamo capito che tutta l’opposizione vuole che Silvio Berlusconi si dimetta, ma potrebbero essere così carini da voler dire ai futuri elettori loro che cosa faranno nel concreto qualora questo accadesse?
Chiudo parentesi e torno al discorso originario, facendo un esempio:
Stasera ad Annozero c’era un solo esponente della politica e 4 giornalisti (più uno in collegamento da Washington). Ora ci si dimentichi per un attimo che il politico in questione era l’onorevole Santanchè e che quindi ha sbraitato per 10, ma quando parlavano i giornalisti c’era un’aria diversa. Infatti fateci caso: nei talk show i politici si prendono a mazzate per ore, interrompendo l’altro, parlando a voce alta e aggredendo l’avversario con la brama di un leone. Invece i giornalisti parlano sempre con rispetto (Sì, lo so, vi sono ben note eccezioni). Certo, a volte parte la battuta, a volte l’affondo, ma sempre in modo molto “cool”, ben consapevoli che vogliono far valere la loro ragione ma che quello che è più importante è che chi è a casa che guarda vuol sentir parlare di fatti, vuol essere informato in modo completo.
Ad ogni modo stasera ad Annozero c’era l’onorevole Santanché. Come al solito ha interrotto tutti, urlando al mondo la sua versione dei fatti, aggrappandosi a fatti così remoti che per un attimo ho temuto che incominciasse a parlare della Guerra dei Cent’anni. Ci fosse una multa per chi non rispetta la libertà d’espressione, all’onorevole Santanché da domani toccava vivere sotto i ponti: Non ha dato a nessuno la possibilità di fare un ragionamento per intero. Dei toni, vi assicuro, di una violenza inaudita, violenza che dovrebbe essere bandita dal dibattito pubblico, ma di cui, purtroppo, l’onorevole in questione è solo il capo di una lunga fila di bandiere con molti stemmi.
A lei si è contrapposto il modo e i toni di Concita de Gregorio. E ancora una volta questa donna, dotata di intelligenza e garbo raro, non ha potuto terminare un ragionamento. Ricordo una sua intervista a “Parla con me” in cui Serena Dandini diceva di essere felice di poterle parlare tranquillamente, visto che, di solito, nei talk show viene sempre zittita in malo modo.
In Italia ci troviamo, a mio avviso, davanti a un sistema d’informazione televisivo in cui della politica non si può dibattere in modo civile, davanti ad una violenza che ormai ha travolto gli spettatori (ovvero gli elettori di domani) tanto da renderli assuefatti, incapaci di voler udire i VERI programmi politici dei partiti in tutte quelle miriadi di parole sparate come raffiche di mitra.
Mauro Biancaniello
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