giovedì 6 gennaio 2011

“Giorni memorabili” di Michael Cunnigham

Ho finito il primo capitolo di questo romanzo chiedendomi cosa sarebbe accaduto ai personaggi apparsi in oltre cento pagine, tutti coinvolti nella vita di uno strano ragazzino che lavorava nella New York di metà ottocento.

Quindi con attesa e preoccupazione (perché Cunnigham è fantastico nel sapere creare empatia tra il lettore e i personaggi di cui narra la storia) ho iniziato il secondo capitolo.
Mi sono trovato davanti una donna dei giorni nostri, nella New York moderna.
E per diverse pagine cercavo i collegamenti tra le due storie, un indizio che mi dicesse quale fosse stato il destino dei personaggi che avevo imparato ad amare nel capitolo precedente.
Ho avuto risposta solo alla mia prima curiosità.
Intanto leggevo e mi chiedevo il perché quel capitolo sembrava un thriller.
Di Cunnigham conosco qualche opera, so che è bravissimo nello strutturare una trama, nel permettere al lettore di entrare nella testa del personaggio e di seguirne le vicissitudini personali.
Eppure questo thriller funziona e mi sono trovato incollato a questo romanzo per pochi giorni, il tempo di terminare il secondo capitolo.
E questi terminava ad un bivio.
Di nuovo la curiosità di sapere cosa sarebbe accaduto e la certezza, stavolta, di avere delle risposte. D’altronde l’autore nei suoi libri era sempre stato incentrato sul passato recente e sul presente…

Inizia il terzo capitolo e mi ritrovo nella New York del futuro. E il protagonista di questa storia è un androide.
Stanco di pormi domande mi sono lasciato andare, mi sono goduto il viaggio che l’autore ha narrato.

Il libro l’ho finito, anzi l’ho divorato.

Non so dirvi a che genere appartenga e, sinceramente, poco importa.
So che è una storia (perché, ve lo assicuro, è un’unica storia) che vale la pena raccontare.
So che è difficile trovare un filo conduttore valido come quello creato da Cunnigham per legare storie di diverso genere.
Ora so che Cunnigham è un autore molto migliore, molto più versatile di quanto avessi potuto immaginare.
Ora ricordo che un romanzo non deve fornirci tutte le risposte che abbiamo cercato nelle sue pagine, che una storia può anche non finire.
Ora ricordo che vale sempre la pena ascoltare chi ha da raccontare dei “giorni memorabili”.


Mauro Biancaniello


Abbiamo parlato di “Giorni memorabili” di Michael Cunnigham – edito da Bompiani nella collana “Tascabili Bompiani”

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