giovedì 11 novembre 2010

Piccoli spettatori crescono

E diciamolo: “Vieni via con me” che batte nella gara di audience “Grande Fratello” è una figata pazzesca!!!

Significa che finalmente lo spettatore italiano ha capito qualcosa.

Ha capito che le tresche di quattro sconosciuti non valgono un bravo cantante come Daniele Silvestri che interpreta un pezzo di Giorgio Gaber o un Benigni in forma strepitosa (meraviglioso il suo discorso su Roberto Saviano), o un Roberto Saviano che ripercorre in modo appassionato la lotta di Giovanni Falcone per uscire dal silenzio in cui la malavita organizzata prospera.

Ed è ironico che proprio una trasmissione che pare osteggiata dalla dirigenza RAI abbia raggiunto questo traguardo. È un fenomeno non del tutto isolato:
“Parla con me” si difende bene, degli ascolti di “Annozero” non parliamo nemmeno da tanto che se n’è parlato in queste settimane; anche “Ballarò” e “Report” ci fanno la loro bella figura.

Ora mi si potrà opporre che i programmi da me citati sono tutti schierati.
E io vi dico: Avete ragione.
Ma non sono schierati, come si vuol far credere, a sinistra.
Sono schierati nella voglia di dare delle belle trasmissioni. L’apparente leggerezza di “Parla con me” è una piacevole ninna nanna (con una colonna sonora sempre fresca ed efficace ed ospiti intelligenti) che il giorno dopo ti fa riflettere, “Annozero” nei suoi reportage urta i nervi giusti, “Ballarò” è condotta da un professionista che svolge il suo lavoro con umiltà esemplare ed insegue il commento giusto senza guardare chi lo pronuncia. Ed infine “Vieni via con me”, che è di una raffinatezza squisita.
E aggiungo: ma se davvero sono di sinistra questi programmi, allora perché continuano ad attaccare, ad ironizzare sulla sinistra italiana durante la trasmissione?

Intanto il “TG1” cala negli ascolti. Che l’italiano sia stanco di ricevere notizie filtrate? Anche se non dovesse leggere giornali, anche se non dovesse navigare in rete, si rende conto, capitando per sbaglio sul telegiornale di un altro canale, che qualcosa al “TG1” manca.

Mi sembra accada quello che avevo smesso di sperare: che l’italiana e l’italiano medio abbiano cominciato ad intuire che un’altra televisione è possibile, che gli autori e conduttori giusti per dare vera informazione, vero spettacolo, ci siano.

E che sono più interessanti di personaggi senza arte né parte.

Speriamo che anche in RAI, che si dice abbia bisogno di soldi, si accorgano di questo e che capiscano che il pubblico (il quale genera audience e quindi aumenti di incassi da pubblicità) richiede a gran voce programmi ben fatti, non l’influenza dei partiti.


Mauro Biancaniello

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