I racconti della Munro hanno un sapore di inverno. Mentre leggevo con gli occhi della mente immaginavo personaggi dalle giacche pesanti, giornate macchiate da nuvole nere.
Racconti che indossano un cappotto grigio.
Ma sotto questo cappotto vi sono corpi caldi, menti lucide.
E cuori di fuoco.
Si può descrivere con un'unica parola il modo in cui la Munro parla attraverso i pensieri dei suoi personaggi: grazia.
Vi è sensualità, ve n’è tanta. Velata ma onnipresente.
D’altronde, come scindere il sentimento dalla sensualità?
La femminilità si mostra in tutta la sua fiera complessità al lettore, condotto per mano da una conduttrice esperta, che pare divertirsi a dare, a tratti, semplici indizi.
Non sono storie di maghi e folletti, non v’è magia, vi è realtà, spesso agrodolce.
E una patina di grigio.
Sono una persona fortunata. Pur non amando i racconti, quando mi costringo a leggerne una raccolta che mi pare interessante faccio sempre centro.
“Nemico, amico, amante” non fa eccezione, anzi.
Mauro Biancaniello
Abbiamo parlato di “Nemico, amico, amante…” di Alice Munro – edito da Einaudi nella collana “Super ET”
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