Per fortuna che Pennac, oltre ad essere un originale scrittore, è anche un insegnante e per fortuna che, da studente, era un somaro.
Fortuna per i suoi allievi, ma anche per noi lettori, perché così sa donarci uno sguardo a 360 gradi sull’insegnamento, perché il suo essere un ex somaro lo allontana dal parlarci dall’alto di un trono di sapienza. Anzi: il somaro confronta l’insegnante, lo richiama alla realtà, lo obbliga ad entrare nella testa dei suoi studenti.
“Diario di scuola” non è un romanzo, bensì una biografia frammentata, che oscilla tra passato remoto e recente, unito a spassose (ma a volte serie) considerazioni sulla scuola, l’essere studente e fare l’insegnante.
Non v’è traccia di supponenza in questo monologo. Monologo perché pur essendo le pagine scritte su un libro, sempre che Pennac ci parli, concludendo i capitoli del libro sapientemente (sembra quasi si fermi per bere un sorso d’acqua), lasciandoci qualche riga bianca tra le pagine per poter riflettere sulla sua vita, la sua esperienza e i suoi pensieri.
Mauro Biancaniello
Abbiamo parlato di “Diario di scuola” di Daniel Penna – edito da Feltrinelli nella collana “I Narratori”
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