“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Questo è quanto recita l’articolo 3 della costituzione italiana. Se ci pensate, la prima parte di questo articolo esprime un principio bellissimo: “TUTTI i cittadini hanno pari dignità sociale e sono EGUALI davanti alla legge, senza distinzione”.
È anche grazie a questo articolo che nel lontano ottobre 2009 (son passati addirittura 8 mesi) la corte costituzionale aveva definito illegittimo il famigerato lodo Alfano.
Dicevo che son passati 8 mesi. La situazione italiana (ma anche quella europea e mondiale), nel frattempo, non è andata migliorando, problemi molto pressanti, spesso di ordine sociale e economici hanno dato dure vergate ai cittadini italiani. Evidentemente però tra le emergenze che un governo deve risolvere vi è anche la paura che una delle alte cariche dello stato possa essere processata (magari io sono limitato, ma mi sembra che non sia questo il pensiero che tiene sveglio di notte il cittadino medio).
Ad ogni modo ecco pronto un nuovo disegno di legge sulla sospensione del processo penale contro le alte cariche dello stato, promosso dal gruppo Pdl al senato e accettato dalla Lega Nord.
Qui trovate il disegno di legge per intero.
Contiene dei piccoli contentini: si può procedere comunque in fase civile e si possono ricercare le prove durante la sospensione. Tuttavia resta sempre un fatto fondamentale: le più alte cariche dello stato, le quali governano il paese, durante il loro mandato non possono essere processati. Questo, a mio avviso, significa che le persone più in alto nella gerarchia politica del nostro paese, coloro che ci dovrebbero guidare (e, in un mondo ideale, essere esempi di rettitudine), coloro che da cittadini hanno assunto una responsabilità importante, non sono eguali agli altri cittadini. Significa anche che potrebbero svolgere la loro funzione mentre vi sono dei procedimenti penali a loro carico.
Io mi chiedo con che fiducia possiamo guardare una persona la quale dovrebbe farci da guida ma che deve essere sottoposta a processo e che per anni continuerà ad esercitare le sue funzioni. Dovremmo fare finta di niente? Non rimarrà per tutto il suo mandato il dubbio sulla sua colpevolezza? E allora non è meglio presentarsi ai processi, per onestà verso quelle persone che hanno votato? E non si avrebbe l’obbligo morale di farlo fosse anche solo per il fatto che, come abbiamo visto, è la stessa costituzione a sancire che siamo tutti eguali di fronte alla legge?
In un mondo ideale, questo dovrebbe essere un principio fondamentale che non dovrebbe nemmeno avere bisogno di essere scritto.
Mauro Biancaniello
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