Con grande stupore ho notato diversi commenti tipo io amazzerei gli stupratori o anche se ti becco in giro, fascista di merda, ti faccio un culo così. Non sono citazioni, ma il senso è questo.
La cosa mi ha colpito, molto.
Sono convinto che nel fare dei commenti su delle notizie o su avvenimenti di cronoca bisognerebbe mantenere più sangue freddo, in modo di aiutare la dialettica nella speranza che lo scambio di idee favorisca il trovare una soluzione. Nel caso di uno stupratore a cosa serve dire lo spellerei vivo (e questa è una citazione)? Se commentiamo è perché vogliamo discutere, trovare una soluzione. Sia chiaro, d'accordissimo nella condanna di ogni forma di razzismo e di violenza... ma proprio per questo non possiamo approvare la violenza o essere razzisti verso chi ha commesso questo torto.
Sarebbe una cosa molto diversa se fossimo in un bar: si parla e ci si scalda, in una discussione a voce si possono dire anche parole che non si pensano o farsi proprie le solite espressioni comuni.
Ma quando si commenta un blog o una nota di Facebook siamo comodamente seduti a casa nostra, abbiamo tutto il tempo di fare un gran respiro e poi dire la nostra.
Anch'io quando leggo di un atto di violenza mi sale il sangue alla testa e mi vien da inveire contro chi ha commesso un atto odioso. E quando l'atto è orribile allora anch'io non faccio nemmeno un respiro: le mie dita partono da sole e mi esce spesso un Fottuto stronzo. Però non mi esce Bisogna ammazzarlo. Certo, potrei scriverlo, mentre penso alla vittima e mi immedesimo in lei/lui, mi verrebbe proprio da scriverlo, eppure una parte di me mantiene il distacco dell'osservatore e quindi mi trattengo e sfogo la mia frustrazione con il torpiloquio.
Credo che negli ultimi anni ci stiamo facendo prendere troppo dalle esclamazioni forti, come se una parte di noi credesse che chi urla più forte verrà ascoltato. Ma uno slogan ti può anche frullare per la testa, invece un ragionamento può cambiare e migliorare il tuo modo di pensare.
Mauro Biancaniello
La cosa mi ha colpito, molto.
Sono convinto che nel fare dei commenti su delle notizie o su avvenimenti di cronoca bisognerebbe mantenere più sangue freddo, in modo di aiutare la dialettica nella speranza che lo scambio di idee favorisca il trovare una soluzione. Nel caso di uno stupratore a cosa serve dire lo spellerei vivo (e questa è una citazione)? Se commentiamo è perché vogliamo discutere, trovare una soluzione. Sia chiaro, d'accordissimo nella condanna di ogni forma di razzismo e di violenza... ma proprio per questo non possiamo approvare la violenza o essere razzisti verso chi ha commesso questo torto.
Sarebbe una cosa molto diversa se fossimo in un bar: si parla e ci si scalda, in una discussione a voce si possono dire anche parole che non si pensano o farsi proprie le solite espressioni comuni.
Ma quando si commenta un blog o una nota di Facebook siamo comodamente seduti a casa nostra, abbiamo tutto il tempo di fare un gran respiro e poi dire la nostra.
Anch'io quando leggo di un atto di violenza mi sale il sangue alla testa e mi vien da inveire contro chi ha commesso un atto odioso. E quando l'atto è orribile allora anch'io non faccio nemmeno un respiro: le mie dita partono da sole e mi esce spesso un Fottuto stronzo. Però non mi esce Bisogna ammazzarlo. Certo, potrei scriverlo, mentre penso alla vittima e mi immedesimo in lei/lui, mi verrebbe proprio da scriverlo, eppure una parte di me mantiene il distacco dell'osservatore e quindi mi trattengo e sfogo la mia frustrazione con il torpiloquio.
Credo che negli ultimi anni ci stiamo facendo prendere troppo dalle esclamazioni forti, come se una parte di noi credesse che chi urla più forte verrà ascoltato. Ma uno slogan ti può anche frullare per la testa, invece un ragionamento può cambiare e migliorare il tuo modo di pensare.
Mauro Biancaniello
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