Una notte che
giacevo con un’orribile Ebrea,
cadavere
disteso accanto a un cadavere,
vicino al suo
corpo venale mi misi a pensare,
alla triste
bellezza che il rimpianto mi nega.
Mi figurai la
sua nativa maestà,
lo sguardo
armato di grazia e vigore,
i suoi
capelli, un casco profumato,
che nel
ricordo mi riaccendono all’amore.
Con quale
ardore il tuo nobile corpo avrei baciato,
e poi dai
freschi piedi fino alle trecce nere
avrei profuso
un tesoro di intime carezze
se, per una
sera, con lacrime sincere
tu potessi, o
sovrana delle più crudeli,
Charles Baudelaire
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