Che viva io a farti l’epitaffio
o tu al mio corpo sfatto sopravviva,
di qui la morte non potrà staccare
il tuo ricordo, se si sperda il mio.
Di qui il tuo nome avrà vita immortale
anche s’io vado e sarò morto al mondo:
una tomba qualunque mi daranno,
tu in occhi d’uomo giacerai sepolto
e monumento è il mio verso gentile
che leggeranno occhi increati ancora,
ti chiameranno ancor non nate lingue
quando chi oggi respira sarà polvere.
Vivrai – tal forza ho – proprio ove il respiro
spira di più, nelle bocche dei vivi.
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