Leggete questo romanzo senza fermarvi, pensate che sia uno shooter e bevetelo tutto d’un fiato. Dico shooter perché “Luminal” è corto, molto corto, 100 pagine esatte.
Prendetevi due ore, magari alla domenica, di tardo pomeriggio, con il cielo che va ad imbrunirsi.
Mettevi comodi, aprite il libro e iniziate a leggere.
Non cercate la trama, non soffermatevi, mandatelo giù, senza quasi pensare.
È un mondo veloce quello in cui si muove Demon. Le sue riflessioni (tante riflessioni, a volte lampi, altre lunghi tuoni) divengono quelle del lettore.
Va all’estremo Demon, spesso e volentieri si sporge su una scogliera. Voi andate con lei, lasciate a casa i pensieri puri, non giudicatela, andate con lei, fino in fondo.
Perché se la lasciate, anche solo per poche ore, uscirete dal suo mondo. E faticherete a rientrarci, ci vorranno cinque o sei lunghe pagine.
Si corre in questa storia, si corre tanto. Poi a volte si schiaccia STOP e quindi REW, si torna indietro, all’infanzia.
Per un attimo, un breve istante.
E poi di nuovo STOP e poi PLAY.
E di nuovo comincia la corsa.
Fa male Demon, le sue parole feriscono l’anima (a volte sono vicine a ferire il buon gusto).
Tutto è estremo: si dorme poco in questa storia, il sonno raramente dura più di tre parole.
Il resto è corsa, il resto è sesso, il resto è violenza.
È l’adolescenza, un’adolescenza libera da rimorsi, libera da ogni barriera, un’adolescenza che può far paura. Forse è un mondo fantastico, eppure si ha l’impressione che quel mondo si trovi in un vicolo buio, quel vicolo a cui passiamo davanti tutte le sere e in cui mai abbiamo mai osato entrare.
Mauro Biancaniello
Abbiamo parlato di “Luminal” di Isabella Santacroce – edito da Feltrinelli nella collana “universale economica”
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