Non è facile scrivere una recensione su “Il suggeritore”, perché il suo più grande pregio sta nella trama e svelarne, a chi legge questo articolo, anche solo una parte sarebbe un delitto. Carrisi è fantastico a mescolare le carte in tavola da pagina a pagina, a far accadere l’inaspettato anche quando tutto sembra chiaro, invece, il lettore lo scopre a metà romanzo, non vi è mai nulla di chiaro. È un romanzo ambientato in una zona grigia dell’animo, la stessa zona grigia in cui vivono i protagonisti e le comparse di questo romanzo. Ognuno, par suggerire Carrisi, ha un suo lato buio, capace di essere evocato un particolare tasto.
È una ragnatela questa storia, in cui ogni particolare ha la sua importanza. Dopo pagina 50 ero curioso da morire su chi sarebbe stato il colpevole (siamo, d’altronde, in un romanzo giallo-noir), cercavo indizi in ogni angolo… ma poi, a pagina 200, c’ho rinunciato. E ho fatto bene, tanto non sarei mai riuscito ad arrivare a capo della vicenda.
Abituati, come siamo, a vedere negli statunitensi i maestri del noir, è un grande piacere vedere un europeo utilizzare gli schemi di questo genere con disinvoltura e senza forzature, creando una storia che è riuscita ad appassionarmi molto più che, ad esempio, il ben più famoso “Collezionista di ossa”. Certo, non è un romanzo perfetto: i personaggi, pur se interessanti, soffrono ancora di ingombranti eredità letterarie, ma si tratta di trovare il pelo nell’uovo e bisogna tener conto che questo (e mi ha stupito averlo saputo), è il primo romanzo di Carrisi.
Ci vorrà del tempo per leggere questo libro, ma solo perché sono oltre 450 pagine. Vedrete, leggendolo il tempo scorrerà a un ritmo più veloce, come se foste impegnati in una corsa in un vicolo oscuro, mentre dei passi risuonano dietro di voi…
Mauro Biancaniello
Abbiamo parlato de “Il suggeritore” di Donato Carrisi – edito da Longanesi
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