È da qualche anno, da quando mi capitò in mano il libro 1977 di Lucia Annunziata, che mi ritrovo spesso a leggere romanzi o saggi e a guardare film, tutti incentrati sulla storia italiana dal 1960 al 1980 circa.
È un argomento che mi affascina, soprattutto il fatto di non leggere dei testi scolastici e nozionistici, bensì scritti di persone che in quel periodo c'erano (oltre al libro 1977 mi riferisco anche al libro di Jacopo Fo e Sergio Parini '68. C'era una volta la rivoluzione).
E leggendo questi libri ho notato tutte le connessioni con nozioni che avevo in testa da tempo (Martin Luther King jr, J.F. Kennedy, la guerra del vietnam).
Insomma, mi è venuta una gran voglia di crearmi una "mia" visione di quella parte di storia, non solo da un punto di vista italiano, ma mondiale, cercando varie fonti (di sicuro 2 non sono sufficienti, tenendo anche che sono "di parte" e vorrei leggere anche cos'ha scritto l'altra campana), confrontando e, ovviamente, con il mio sguardo di persona nata durante questo periodo e che poco e nulla si ricorda di quanto accaduto, crearmi una "mia" versione di quel particolare periodo storico.
Sarà un progetto lungo, un work in progress continuo che difficilmente riuscirò mai a portare a termine, tanto meno a pubblicare (parto dal pressuposto che non sarò pagato per scrivere, altrimenti il tempo si troverebbe eccome). Ma mi sembra valga la pena provarci, perché anche se ho solo grattato la superfice, vedo una rete di connessione mondiale di quel periodo con una tale energia che fa vibrare ilcuore. Più leggo per che cosa ci si batteva e più noto come il mondo di oggi sia figlio di quelle battaglie (a volte dei figli con handicap).
Insomma, inizio a pensare che il '68 sia un punto zero della cosidetta "era moderna" o anche "era dell'informazione", anche se, chiaramente, ancora influenzata dalle guerre mondiali. Ma di quelle mi occuperò un'altra volta, per ora questa rivoluzione fallita (perché se vedo il mondo di oggi non mi par riuscita nel'adempimento degli ideali) mi sta trasmettendo un entusiasmo che raramente ho provato per una materia di studio.
Vediamo dove mi condurrà.
Mauro Biancaniello
Insomma, mi è venuta una gran voglia di crearmi una "mia" visione di quella parte di storia, non solo da un punto di vista italiano, ma mondiale, cercando varie fonti (di sicuro 2 non sono sufficienti, tenendo anche che sono "di parte" e vorrei leggere anche cos'ha scritto l'altra campana), confrontando e, ovviamente, con il mio sguardo di persona nata durante questo periodo e che poco e nulla si ricorda di quanto accaduto, crearmi una "mia" versione di quel particolare periodo storico.
Sarà un progetto lungo, un work in progress continuo che difficilmente riuscirò mai a portare a termine, tanto meno a pubblicare (parto dal pressuposto che non sarò pagato per scrivere, altrimenti il tempo si troverebbe eccome). Ma mi sembra valga la pena provarci, perché anche se ho solo grattato la superfice, vedo una rete di connessione mondiale di quel periodo con una tale energia che fa vibrare ilcuore. Più leggo per che cosa ci si batteva e più noto come il mondo di oggi sia figlio di quelle battaglie (a volte dei figli con handicap).
Insomma, inizio a pensare che il '68 sia un punto zero della cosidetta "era moderna" o anche "era dell'informazione", anche se, chiaramente, ancora influenzata dalle guerre mondiali. Ma di quelle mi occuperò un'altra volta, per ora questa rivoluzione fallita (perché se vedo il mondo di oggi non mi par riuscita nel'adempimento degli ideali) mi sta trasmettendo un entusiasmo che raramente ho provato per una materia di studio.
Vediamo dove mi condurrà.
Mauro Biancaniello
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