3. Omeostasi
Tutta la vita (e i comportamenti) sono govern
ati dal processo che noi chiamiamo adattamento. Gli studiosi definiscono l’adattamento con il termineomeostasi: mediante il processo omeostatico, l’organismo conserva il suo equilibrio e, quindi, mantiene la salute dello stesso.
In pratica, l’omeostasi (in biologia e fisiologia) porta l’organismo alla soddisfazione dei propri bisogni per il corretto funzionamento. Quando, invece, l’organismo è squilibrato si danneggia e quando i danni proseguono, l’organismo muore.
Un esempio: Per sopravvivere, l’organismo ha (anche) bisogno di un certo livello di acqua nel sangue.
Se il livello è troppo basso (omeostasi non raggiunta), subentrano disidratazione, infezioni urinarie etc. Nel caso della disidratazione, l’organismo avverte la mancanza d’acqua e chiede di bere (richiesta di soddisfare un bisogno).
L’acqua arriva dall’ambiente esterno all’organismo e questo ci fa comprendere come l’omeostasi si raggiunge in interazione e armonia con l’ambiente.
E se bisogna precisare che non tutti i processi omeostatici sono primari rispetto alla sopravvivenza, di certo aiutano nel buon funzionamento dell’organismo.
Ma l’organismo ha anche bisogni di tipo psicologico, di contatto (quindi con l’ambiente esterno). I bisogni di natura psicologica e i meccanismi omeostatici sono parte del ramo della psicologia.
In passato la psicologia affrontava i bisogni dell’essere umano come istinti primari, con la conclusione che la mancata soddisfazione conducesse alla nevrosi.
All’uomo moderno pare evidente come, invece, tali istinti siano talmente differenziati (anche solo in base all’intensità) da persona a persona che l’antica concezione di nevrosi è da considerarsi superata.
Concentriamoci su due bisogni primari: bisogno di sopravvivere e bisogno di evolversi.
Se le mete sono identiche per chiunque, i modi che si attuano per soddisfarle differiscono da persona a persona.
Bisogna, inoltre, tentare di non confondere un istinto con un sintomo e ricordare che gli istinti non possono essere rimossi (per lo meno quelli basici).
Non possiamo rimuovere il bisogno di sopravvivere, ma possiamo modificare i nostri compartimenti su come riuscire a soddisfare questo bisogno.
Inoltre teniamo presente che i bisogni che avvertiamo sono tanti. L’organismo, per aiutarci, li suddivide in una scala di valori, affrontandoli in ordine di importanza.
Esempio: Si è in fuga da una guerra, correndo non si ha più fiato. Il corpo si riposa perché, in quel preciso istante, la mancanza di ossigeno è più vitale rispetto al pericolo di essere raggiunti.
Perché l’essere umano sia in grado di soddisfare i suoi bisogni e, quindi, passare ad altre faccende, deve poter intuire quello di cui ha bisogno in quel momento (il bisogno primario) e sapere come manipolare se stesso e l’ambiente per raggiungere tale risultato.
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