2. La psicologia della Gestalt
Avendo la psicologia come oggetto l’essere umano, queste, per essere utile, deve poter essere compresa senza nascondersi dietro gerghi troppo professionali, rendendosi accessibile ad ognuno.
L’approccio di Perls alla psicologia della Gestalt è realizzato con l’uso di assunti sensati che l’esperienza può dimostrare. Lo scopo è allontanare la psicologia dalla speculazione teorica e riportarla all’osservazione di fenomeni in atto.
Pearl specifica da subito che la Gestalt non vuole essere rivoluzionaria nelle teorie, quanto il modo in cui le teorie vengono applicate, guardando non i singoli fenomeni e classificandoli, bensì guardando il soggetto d’osservazione nel suo insieme. Con questo pensiero, Perls si riallaccia al concetto di alcuni psicologi tedeschi che svolgevano ricerche nel campo della percezione, giungendo alla conclusione che l’essere umano non percepisce separatamente i singoli processi, bensì li raccoglie e organizza sottoforma di insieme di stimoli.
Un esempio pratico:
Siamo in un salone, ad un happening. L’attenzione dei presenti è dettata a ciò a loro interessa:
L’alcolizzato cercherà subito il bar, la moglie che ha perso di vista il marito cercherà il suo uomo, etc. Man mano che l’oggetto di interesse è stato trovato/esplorato, l’attenzione si sposterà su altri interessi. E, così facendo, cambia anche la percezione che si ha della stanza e delle persone.
Quindi l’attenzione, quando mirata, influenza la percezione e si può spostare con facilità (Esempio: Ad una grossa risata tutti si voltano).
La scuola di psicologia fondata su questi assunti viene chiamata Gestalt, parola tedesca per cui non esiste una corretta traduzione in inglese o in italiano. La Gestalt è una struttura organizzata dalle singole parti che la compongono. La premessa è che la natura umana è organizzata in strutture e totalità, quindi singoli strutture che interagiscono all’interno di una totalità.
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