martedì 31 luglio 2012

La confraternita dell'uva


Una bizzarra storia di una famiglia un po’ pazza, con un figlio che deve tornare a casa perché la madre (settantenne) minaccia il divorzio, con un altro figlio, naturalmente dotato per il baseball, che viene inseguito dal padre quando fa un homerun perché preferisce lo sport piuttosto che lavorare con lui come muratore.
A far da cornice, la confraternita dell’uva, che solo il narratore chiama così, loro non si chiamano, si siedono a un tavolo, ordinano vino e cominciano a bere, in una stramba fratellanza in cui ci si da sostegno, ma le cui “riunioni” hanno il solo scopo di bere per il proprio piacere.
E così, tra mariti infedeli, scenate con mogli che urlano e svegliano l’intero quartiere, figli che sono legati al padre da un rapporto di odio amore, si narra questa vicenda con un briciolo di cinismo… e tanta ironia.
Un romanzo scorrevolissimo, narrato con un brio poco comune, il tipico libro che non riesce a non farti ridere, anche se c’è di mezzo la tragedia. Ma non è una spietata ricerca della comicità, quanto una chiara voglia di divertirsi da parte dello stesso autore, che ama prendere in giro i propri personaggi, capaci di grandi gesti ma incatenati alle loro debolezze.
 
Se non avete mai letto nulla di John Fante, se siete stanchi di leggervi polpettoni metafisici… questo è il libro per voi. E scoprirete, alla fine del libro, che oltre le risate vi è rimasto qualcosa, il riflesso di uno specchio di fallace umanità, tragicamente (e assurdamente) incapace di vivere la vita con serenità. Fate come Nick, che avrà pure tanti difetti, ma che ha capito che per essere felici basta poco, a volte anche solo un bicchiere di vino… anzi: va bene anche la bottiglia intera.

Stiamo parlando di “La confraternita dell’uva” di John Fante

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