Meglio esser vile che apparirlo
se, quando non lo sei, d’esserlo hai traccia
e perso è il piacer giusto cui fai stima
non quel che senti, ma lo sguardo d’altri.
E perché d’altri gli occhi
impuri, falsi,
saluteranno il mio sangue irruente
o della mia fragilità più fragili
spie spregeranno quel ch’è buono a me?
No, io sono quel che sono, e chi fa scandalo
dei miei eccessi va contando i suoi.
Io dritto e torti son loro, magari,
non mi riguarda il loro pensare immondo:
a
men che un tal danno comune affermino;
malvagio
è ogni uomo, e nel suo male regna.
William Shakespeare
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