Cominciamo dal titolo.
Il titolo originale è ben diverso da quello (scialbo) italiano. Chi lo
andrebbe a vedere un film con questo nome negli USA, dove hanno molta
più fantasia (per lo meno nei titoli)?
Allora fate come me, chiamatelo con il suo nome originale:
"Scorrerà il sangue" (There will be blood).
Un film meraviglioso, di certo non per tutti: i primi dialoghi vengono
recitati dopo 20 minuti di film, giusto per fare un esempio.
Assistiamo a una discesa verso l'inferno e, stavolta, non è lastricata
dalla migliori intenzioni. Il protagonista, Daniel Plainview, è un uomo,
per sua stessa ammissione, dall'ambizione sfrenata, che vuole eccellere
in tutto. È un uomo dal sangue caldo, passionale, che riversa tutto il
suo essere nel diventare il migliore in quello che fa... e quello che fa
è trovare petrolio.
Si capisce subito che è un uomo che farà successo, ne farà tanto. Ma
resterà sempre un minatore, un uomo che si sporca le mani. E se lo
spettatore sorride nel vederlo attaccare i facciendieri incravattati,
non può che restare sgomento nel vedere la distanza con cui è capace di
trattare il proprio, l'incapacità di perdonare.
Il film è una lotta tra Plainview e la religione, in cui lui si trova
sempre invischiato. Forse la rifuita perché crede solo in sé, forse
perché da dio chiede troppo... Ma è un conflitto aperto, che non può che
trovare una tragica soluzione.
Quinto film di Paul Thomas Anderson, il bravissimo regista di "Magnolia"
riesce a rendere interessante un film che parla di arrichirsi grazie a
questo personaggio straordinario. Il film è impeccabile, sotto ogni
punto di vista. Ma, come detto, il suo difetto (parlando da un punto di
vista pubblicitario) è averlo reso un piatto troppo sofisticato per
farlo andare giù a tutti. Poco male: anche se può risultare indigesto
fino a metà film, poi, ve lo assicuro, prende un ritmo vorticoso.
Daniel Day Lewis, grandissimo attore sempre troppo poco lodato e
seguito, da qui, forse, la sua prova migliore. Il modo in cui ha scelto
di interpretare lo sguardo, le movenze di quest'uomo che pare un fascio
di nervi, è impressionante.
Un film lungo, che trascina lo spettatore per tutti i suoi 120 minuti,
mostrandoli un personaggio scomodo, purtroppo troppo accattivante.
Mauro Biancaniello
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