mercoledì 11 gennaio 2012

Il petroliere

Cominciamo dal titolo.
Il titolo originale è ben diverso da quello (scialbo) italiano. Chi lo andrebbe a vedere un film con questo nome negli USA, dove hanno molta più fantasia (per lo meno nei titoli)?
Allora fate come me, chiamatelo con il suo nome originale:
"Scorrerà il sangue" (There will be blood).

Un film meraviglioso, di certo non per tutti: i primi dialoghi vengono recitati dopo 20 minuti di film, giusto per fare un esempio.
Assistiamo a una discesa verso l'inferno e, stavolta, non è lastricata dalla migliori intenzioni. Il protagonista, Daniel Plainview, è un uomo, per sua stessa ammissione, dall'ambizione sfrenata, che vuole eccellere in tutto. È un uomo dal sangue caldo, passionale, che riversa tutto il suo essere nel diventare il migliore in quello che fa... e quello che fa è trovare petrolio.
Si capisce subito che è un uomo che farà successo, ne farà tanto. Ma resterà sempre un minatore, un uomo che si sporca le mani. E se lo spettatore sorride nel vederlo attaccare i facciendieri incravattati, non può che restare sgomento nel vedere la distanza con cui è capace di trattare il proprio, l'incapacità di perdonare.

Il film è una lotta tra Plainview e la religione, in cui lui si trova sempre invischiato. Forse la rifuita perché crede solo in sé, forse perché da dio chiede troppo... Ma è un conflitto aperto, che non può che trovare una tragica soluzione.

Quinto film di Paul Thomas Anderson, il bravissimo regista di "Magnolia" riesce a rendere interessante un film che parla di arrichirsi grazie a questo personaggio straordinario. Il film è impeccabile, sotto ogni punto di vista. Ma, come detto, il suo difetto (parlando da un punto di vista pubblicitario) è averlo reso un piatto troppo sofisticato per farlo andare giù a tutti. Poco male: anche se può risultare indigesto fino a metà film, poi, ve lo assicuro, prende un ritmo vorticoso.

Daniel Day Lewis, grandissimo attore sempre troppo poco lodato e seguito, da qui, forse, la sua prova migliore. Il modo in cui ha scelto di interpretare lo sguardo, le movenze di quest'uomo che pare un fascio di nervi, è impressionante.

Un film lungo, che trascina lo spettatore per tutti i suoi 120 minuti, mostrandoli un personaggio scomodo, purtroppo troppo accattivante.


Mauro Biancaniello

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