Si parte con un ex direttore d'orchestra che, per punizione, è stato degradato a uomo delle pulizie.
Poi arriva un fax, lo legge la persona sbagliata e inizia la
preparazione di un viaggio, fatto di alcool, russi rumorosi e
festeggianti, vecchie idelogie comuniste, ebrei che vendono telefonini
cinesi da contrabbando... e la rivelazione della vera sorte di due
genitori...
Vi pare un'accozzaglia di situazioni assurde? Ebbene, proprio in questo
vi è uno dei punti di forza dello splendido "Il concerto" di Radu
Mihaileanu. Lo spettatore si fa avvolgere in quest'aria di salubre
follia, anche perché abilmente mischiata con uno sguardo sincero e vero
su quanto ci sia di meraviglioso nella debolezza umana.
Un film che porta lo spettatore ad attraversare tutte le gamme delle
emozioni: la risata, la commozione, la rabbia verso le ingiustizie, la
speranza per un successo che appare impossibile.
L'alta bellezza di alcuni ottimi brani di musica classica si misurano con la magia dell'intuzione e della spontaneità.
Dopo un stupendo assolo di violino la musicista affermata chiede allo
zingaro: "Qual'è la tecnica che ha usato?" E lui, stupefatto, le
risponde: "Ma di cosa sta parlando?"
Vi è il mondo reale, a volte grigio e troppo serio, e vi è l'umanità, a
volta piena di magia. Mihaileanu sa mescolare entrambe a dovere, creando
un cocktail che non puo' fare a meno di emozionare.
Mauro Biancaniello
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