La strategia secondo Sun Tzu
2. Dare battaglia
La battaglia, secondo
San-tzu, è l’ultima risorsa, tuttavia non deve essere mai scartata come
possibilità, preparandosi ad affrontarla impiegando al meglio le proprie
risorse e organizzando tutto nei dettagli.
La battaglia, se avviene,
deve essere portata ad essere breve, onde evitare logorio delle forze militari.
Se la vittoria richiede il prolungamento, le truppe perdono
vigore e lo spirito scema.
Occorre anche
lungimiranza, evitando di anteporre le spese militare a tutti i costi (ad esempio
con tasse), evitando, così, una forte fuoriuscita dalle casse statali.
Quando (…) si esauriscono le risorse, gli altri signori
feudali insorgono, approfittando di un deterioramento delle cose.
Inoltre non bisogna
concentrarsi solo sul conflitto imminente: se si spostano tutte le proprie
truppe sul campo di battaglia, i confini resterebbero scoperti e sarebbero
facili preda di invasori. Quindi prima di deconcentrare le proprie forze,
bisogna indebolire il nemico con la strategia, ad esempio privandolo delle
vettovaglie, oppure aumentare il dissenso tra i ranghi “viziando” i soldati
prigionieri con doni e cortesie (affinché la loro fede nel proprio esercito
vacilli, avendo ricevuto del bene dall’avversario e, quindi, incrinando la
risoluzione del singolo soldato che può espandersi ai suoi commilitoni).
Chi uccide il nemico provoca rancore.
In sintesi, quindi, l’avversario
va battuto in uno scontro di volontà: usando l’astuzia, le risorse a
disposizione, si impone all’altro il modo in cui ci si confronterà.
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