Ragazzo bello, che del tempo reggi
l’ora la falce il mutevole specchio
che al declino t’espandi ,
appassendo
gli amanti, mostri come dolce
cresci –
se Natura, signora di ruine,
mentre avanzi, all’indietro t’attira
è sol per questo, a vantarsi di
vincerla
sul tempo e il lancinante attimo
uccidere.
E tu, diletto ai suoi favori,
témila:
tener può il suo tesoro, non per
sempre;
il richiamo, pur tardo, udir dovrà
e, al chiudere i conti, ti
consegnerà.
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