1. L'India di Gandhi
L’India è una nazione
grande, la cui dimensione è pari a tutta l’Europa, esclusa la Russia.
Talmente grande, che
in essa troviamo 3 gruppi etnici distinti (Caucasico, Mongolico ed Etiopico).
Ai tempi dell’”India
di Gandhi” (1930), si contavano 12 gruppi linguistici, per un totale di 220
lingue.
Fondamentali (e
variegati) anche le credenze religiose; ad eccezioni dei culti minori, si
contavano 6 religioni principali: Maomettiani (concretati soprattutto nel
Bengala orientale e nel Punjab), Buddshisti (per la maggior parte in Birmania),
Parsi (Bombay), Cristiani (soprattutto tra aborigeni e caste inferiori) e,
ovviamente, gli Indù.
L’Induismo, come anche
l’Islamismo, è una religione basata su cultura e civiltà millenaria. Proprio
per questo si veniva a creare l’antagonismo tra le due religioni, separate da
un abisso culturale.
La popolazione indiana
era quasi esclusivamente rurale, con campi che non si trovavano sul proprio
terreno, ma spesso a chilometri di distanza. Alto, comunque, il numero di
braccianti tra la popolazione.
Nonostante l’aumento
di irrigazione tramite pozzi, la coltura indiana dipendeva principalmente dai
Monsoni, quindi soggetta alle condizioni climatiche. Da quanto sopra, si può
dedurre quanto fosse misera la vita per il contadino indiano. Oltre ai pochi
introiti, alla povertà si sommano enormi indebitamenti: anche i più poveri
hanno sempre speso grandi somme per le cerimonie (funerali, matrimoni, etc.).
La struttura sociale
indiana si può dividere in 3 punti: Casta, famiglia e villaggio. Il villaggio
indiano è un perfetto esempio di vita comunitaria autonoma da tempi ancestrali.
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Casta
Il sistema castale
esiste da oltre 3'000 anni in India ed è andando sempre più ampliandosi.
Infatti si contano oltre 2'000 jâti (caste).
Originariamente esse si dividevano in 4 categorie:
Brahamani (sacerdoti)
Kshatriya (guerrieri)
Vacya (commercianti)
Cudra (lavoratori)
Si sono poi aggiunte
caste che si rifanno a tribù/razze distinte e alle professioni che si sono
create.
Ogni casta costituisce
una corporazione chiusa, con le proprie leggi e statuti e comuni riti
religiosi. Il contatto con membri di altre caste, specie nei tempi addietro,
era da evitare.
Esiste una graduatoria
delle classi, che funge da livello gerarchico tramite il quale esse s’interfacciano.
Tale graduatoria è dovuta alla “purezza” della classe: Tanto più la casta è
elevata, tanto più essa è pura. Una derivazione di tale gerarchia è alle base
di un complesso codice di comportamento che si deve assumere a dipendenza dell’appartenenza
all’una o all’altra classe. Tale particolarità, come si può immaginare, è stato
a lungo un grande ostacolo alla modernizzazione di questa nazione.
Ci troviamo di fronte
a una caratteristica culturale fondamentale di questa nazione, il cui sistema
castale è definito dai testi sacri indù.
Se, infatti, si pensa
che l’indù si basa (anche) sul concetto di karman,
ovvero che il buono o cattivo destino è frutto delle esistenze precedenti, e su
quello del samsara, ovvero che la
vita fisica è solo un bagliore di un’esistenza fatta di successive rinascite, è
chiaro come un sistema di caste (anch’esso generazionale e, quindi, soggetto
alla fato del samsara), abbia potuto
essere così longevo e resistere alla modernità.
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Famiglia
Il nucleo famigliare,
nell’antica India, era un gruppo di famiglie che si potevano estendere anche
per 4 generazioni e la cui podestà è esercitata dal maschio più vecchio.
Tale sistema, di nuovo
altamente gerarchico, si è trovato a cozzare spesso con la modernità, con figli
che pretendevano di usare il loro diritto (a cui tempi addietro non si
ricorreva), di ricevere la loro quota di spettanza (ovvero moneta sonante) e di
andare a vivere per conto loro.
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Le
classi
Le classi inferiori
nell’India di Gandhi erano praticamente analfabete.
Se quindi le classi
inferiori erano contadini e operai, le classi superiori e più colte erano
avvocati, medici, professori, giornalisti, insegnanti e funzionari di alto
grado. Accanto a questa classe emergeva da tempo sempre più spesso quella
formata da mercanti e finanzieri, formatasi grazie all’esperienza delle Compagnie
delle Indie.
Leggermente inferiore
la classe dei proprietari terrieri, spesse persone che governavano le loro
campagne stanno in città.
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La
Gran Bretagna
L’Inghilterra, a quei
tempi, amministrava 3/5 dell’India continentale e 4/5 della sua popolazione.
Il restante
territorio/popolazione era legata alla Gran Bretagna da trattati che gli
rendevano, in pratica dei protettorati.
L’amministrazione
indiana era distinta in diversi rami,
nelle cui alte sfere vi erano unicamente cittadini brittanici.
Anche l’esercito
sottostava agli ordini di ufficiali britannici.
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