mercoledì 18 gennaio 2012

"Non dire notte" di Amos Oz

Non è importante la trama che collega i capitoli di questo romanzo, lo stesso Amos Oz non ci si sofferma troppo.
È una storia narrata a tre voci, quella classica del narratore, e poi ci sono quella di Noa e quella di Theo.
E mentre il narratore, da una certa distanza, ci parla del progetto di costruire un centro per tossicodipendenti, i due protagonisti ci mostrano i loro pensieri, anch’essi, in part,e relativi a quel progetto, tuttavia più incentrata sulla loro vita di coppia.
Come differiscono queste due visioni, fatta di amore profondo, ma anche di ripicche e di screzi. Come appare strano sentire narrata la biografia di Noa dalla voce di Theo, che la interpreta senza dare opinioni, quasi solo ad elencare i fatti, mentre invece traspare tutto il sentimento che lo lega alla sua partner.
Amos Oz prende l’opportunità di sviare questa storia da un contesto, mostrandoci, a volte solo a tratti, anche altri personaggi. Eppure rimane fedele allo spunto che collega il tutto, mostrando con onestà un progetto nobile, seppure talmente ingenuo che dovrà, per forza, scontrarsi con la realtà.
Un libro di difficile lettura, adatto a chi è interessato a far vagare i propri pensieri verso le vie che l’autore, sapientemente, sa tracciare.
Stiamo parlando di “Non dire notte”, di Amos Oz – edito da Feltrinelli nella collana “Universale Economica Feltrinelli”

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