D’altra parte, cos’altro
ci si può aspettare da un libro che narra la biografia di un pubblicitario
immaginario?
Come nella pubblicità,
anche qui la realtà viene ritoccata con pennellate di esagerazione. Ne esce un
libro graffiante e ipnotico, che porta il lettore ad immergersi in un vortice
sempre più potente di emozioni e avvenimenti.
Octave parte bene, non
si può non simpatizzare con lui: pubblicitario di successo, fa di tutto per
essere escluso da quel mondo e, coi lauti guadagni percepiti, andare in
pensione a 35 anni. Ma la vita offre strane strade e il ritorno alla normalità
diviene una meta sempre più nebbiosa…
Uno splendido ritmo
che difficilmente annoia il lettore, uno sguardo impetuoso da un addetto del
settore sulla pubblicità, su come l’arte sia succube del mercato. E mentre, a
tratti, diventa TROPPO esagerato per essere credibile, resta un piatto
succulento, forse troppo abbondante ma mai troppo indigesto.
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