VERSO SERA
Sul vagone di un treno viaggiano cinque persone.
Si avvicina la sera, le luci sono già accese, anche se il sole ancora filtra tra i finestrini. La maggior parte dei pendolari sono già andati a casa.
La normalità è la cravatta sciolta dell'uomo dai capelli grigi che pensa come sarà bello rivedere i figli.
È la camicia aderente della ragazza che va a fare l'aperitivo con una persona speciale.
È il piercing sul naso del ragazzo che sta ascoltando Gahli.
È il rossetto nuovo nella borsetta di un'altra ragazza.
È l'unico libro presente nel vagone, letto con attenzione da una donna. E non è un romanzo.
Nei microcosmi dei treni e delle metropolitane, dei bus e degli autopostali, le persone mostrano la loro normalità al mondo, soprattutto verso sera, quando la stanchezza ci obbliga a togliere le maschere, fa nascere l'indifferenza verso come vogliamo apparire.
Ognuno di questi viaggiatori fa qualcosa che ricorda la normalità di ciascuno di noi.
La cravatta che non stringe il collo è il laccio del lavoro che si allenta, la promessa di casa.
La camicia aderente un semplice mezzo di seduzione, un modo per sentirsi belli.
Dalle cuffie arriva la musica, che accompagna ciascuno di noi.
Il rossetto nuovo è il piccolo oggetto nuovo, come i tanti che ci concediamo per sentirci meglio.
Forse il libro cartaceo pare però ai limiti della nostra moderna normalità. È un libro di botanica, il che lo rende ancora più particolare. Un romanzo, gli appunti di scuola, un tablet.. questi sarebbero forse più comuni in un viaggio.
O forse è qualcosa che dimostra il bisogno di distrarsi dalla, appunto, normalità di un giorno lavorativo.
La norma dei comportamenti negli ambienti (e orari di lavoro) è quasi codificata dalla società, per questo stiamo osservando questa scena di sera. Ci mostra sfumature che non sempre si vivono in pubblico.
Se fossimo durante un turno di notte in un ospedale, la domenica mattina a casa di una famiglia, il venerdì sera di una giovane single, forse potremmo vedere normalità molto diverse.
Seppure siamo animali abitudinari, lo stesso tutti anelano quel momento in cui la routine subisce un sobbalzo nel percorso della vita. E quindi anche questi brividi sono normalità. Poi, ovvio, i brividi potrebbero anche sembrare anomali a molti.
Ma cosa è anomalo?
Quella cravatta appesa nell'armadio di una casa dove l'uomo suonerà la batteria su un pezzo degli AC/DC?
La camicia aderente messa per sedurre un'altra donna?
Il ragazzo che ascolta Ghali che sta andando a trovare mamma e la abbraccerà con forza?
Il rossetto nero per una cena di chi ama musica dark?
Il libro che servirà per capire come tenere l'orto che non può più accudire suo padre?
La normalità è superficiale solo a chi la osserva da lontano. È un dado, con troppi numeri e trasparente. Non sempre cade sul 2. E nemmeno sul 8, se per questo.
La normalità, credo, sia un insieme irregolare di piccole particolarità che ognuno costruisce per stare bene.